Conto il Siracusa mister Montella ha l’occasione di metter alla prova i suoi “cannoni”. In avanti spazio per Gomez, Bergessio e Lopez, nonostante solo ieri il tecnico avesse anticipato una presunta incompatibilità tra i tre centrali. E’ un tentativo, non va bene. Per quanto utile nelle sovrapposizioni, il Bergessio esterno destro non può, adesso, esser il giocatore con cui iniziare il campionato. Il modulo è lo stesso della scorsa stagione, ma l’interpretazione è tutta diversa, così vuole Montella ed, a Catania da poco meno di una settimana, l’attaccante ex Saint Etienne non può già interpretare con precisione e puntualità il ruolo che si confà all’esterno destro. Esame rimandato.
L’avversario è poi più ostico, certo, del San Cataldo. Ed anche più agguerrito. Nei primi cinque minuti ben cinque interventi fallosi. Seguono due gialli, interventi ben soverchianti il limite amichevole ed una sfilza di proteste contro l’arbitro francamente poco comprensibili e che hanno solo l’effetto di riscaldare un pubblico civile ma già caldo di suo.
Qualche attenuante invece per Almiron, che oltre all’agonismo agonismo avversario, di cui Baiocco è il portabandiera, deve far fronte ai 45′ disputati seppur a regime ridotto contro la Sancataldese. L’argentino si disimpegna bene, ragiona e fa ragionare ma patisce qualche chilometro in meno di preparazione e qualcuno in più di fatica troppo recente per esser smaltita. La gara risulta comunque gradevole, merito di Gomez e Lopez su tutti, che vivacizzano le propulsioni offensive dei rossazzurri; dall’altro versante Bongiovanni e Longoni producono, in proporzione alla loro caratura, il medesimo sforzo dei rossazzurri. I risultati sono naturalmente diversi: Catania almeno quattro volte vicinissimo al goal (manca la precisione a Gomez, Bergessio, Ricchiuti e Lopez), il Siracusa si limita a far sibilare proietti ai lembi della traversa di Campagnolo.
Nei secondi 45′, come previsto, due cambi per il Catania: Lodi per Almiron; Lanzafame per Bergessio. Fine degli esperimenti, si ritorna sulla strada battuta finora. Fine del Catania che “vorrebbe”, inizio del Catania che con sempre maggior probabilità “sarà” contro il Siena.
Ci sono le pedine giuste ma i ritmi scendono. Il Catania prova a rimanere nei ranghi tattici richiesti da Montella e, seppur con meno convinzione di quella mostrata nel primo tempo, riesce a disimpegnarsi bene, tanto da andare anche a rete, con Lanzafame (24′ st). Il risultano non sembra giusto all’arbitro Abisso di Palermo che, al 44′ st decide di prender partieanch’esso ad un derby che il Catania non sente. Rigore inesistente, a dir poco di Spolli su Zizzari. Mancosu dal dischetto premia lo sforzo del fischietto che poco più avanti riesce a ribaltare l’indignazione degli undici in campo nell’ironia dei pochi sugli spalti, quando capovolge la segnalazione del suo assistente prima assegnando un fallo dal limite dell’area per macroscopico atterramento dentro i 16 metri di Catellani, infine ammonisce Catellani per simulazione facendo ripartire il gioco da un calcio da fermo per il Siracusa.
Cinque minuti ancora di ilarità, col Catania che sfiora due volte, sempre con Catellani (che rischia l’espulsione col suo imperterrito volersi avvicinare all’area del Siracusa) la rete del nuovo vantaggio. Sospiro di sollievo al termine del recupero per pubblico locale e terna arbitrale, tutta di Palermo. In fondo era un’amichevole, in fondo può questo pareggio premiare e far contenti i circa 5.000 che hanno atteso e vissuto con folklore ma compostezza questa gara dal fascino antico. In fondo può, ma non l’avesse deciso l’arbitro allora sì che la gioia sarebbe piena, vera, meritata. In fondo, peccato.
[Marco Di Mauro – Fonte: www.mondocatania.com]