CATANIA – Piove. E quando a Catania piove, una volta all’anno, piove come quanto un intero anno. E’ un bene? No, visti i disagi creati alla cittadinanza: Aeroporto bloccato, animali del circo naufraghi, esondazioni di torrenti ed il tanto “marcio che viene a galla”.
A Catania, questo. Cibali è un quartiere di Catania ma tutto sembra diverso: Teloni al Massimino, per scongiurare la disputa d’una gara di pallanuoto. Nelle ore antecedenti la gara i dirigenti etnei seguono da vicino le fasi della leva dei teloni. Ad aiutare gli addetti al campo in tale faticoso compito, anche al fine di ritardarlo e preservar così maggiormente il terreno dalle precipitazioni, sono dei tifosi che dalla curva Sud escono e rientrano una volta portata a termine la missione. Catania – Inter , questo è l’antefatto.
Nel Catania recuperano Bellusci e Spolli, Montella perde però Capuano nel riscaldamento e manda in campo Marchese. Novità a centrocampo: Ricchiuti e Izco prendono il posto di Lanzafame e Delvecchio. Ranieri preferisce Milito e Muntari a Zarate e Motta.
Un avvio positivo del Catania porta l’Inter comunque in vantaggio. A giustiziare gli etnei è per l’ennesima volta Cambiasso, che firma la sua quarta rete contro i rossazzurri (sempre al Massimino) dopo la doppietta dello scorso anno. Un cross dalla destra trova l’argentino libero di girare al volo in porta, Andujar devia ma non abbastanza.
Il Catania reagisce senza mai inquadrare la porta. I rossazzurri mettono in campo più raziocinio che grinta. La mediana dell’Inter regge, rimbalzandp le offensive di Lodi e Ricchiuti, annullati. I nerazzurri fanno davvero poco, il gioco seppur sterile si concentra nella loro metà campo: Prima un tiro di Almiron, alto, quindi un cross pericoloso di Izco che attraversa tutta l’area di rigore senza trovare un compagno pronto alla facile messa in rete. L’occasione più ghiotta al 33′, sempre per il Catania, Gomez raccoglie in area un assist di Izco ma non riesce ad indirizzarlo a rete.
Il lavoro del Catania trova la sua sublimazione pochi minuti dopo l’inizio del secondo tempo. E’ il 2′, Gomez appoggia per Bergessio che da centrocampo porta a spasso tre avversari prima di servire Almiron che da sinistra sorprende Castellazzi con un tiro a giro irresistibile, sul palo lungo. Pareggio etneo. Non è finita qui, sempre Bergessio, al 5′, servito da Ricchiuti affronta uno contro uno Castellazzi che lo stende: rigore ed ammonizione per il portiere. Dal dischetto Lodi non sbaglia e porta in vantaggio il Catania.
L’Inter non reagisce, Ranieri prova a scuoterla con un doppio cambio al 54′, dentro Zarate e Alvarez, fuori Milito e Stankovic. Pochissimi istanti e Samuel non ce la fa, entra Cordoba ed i cambi a disposizione dei nerazzurri finiscono. Montella impiega il primo al 65′, esce tra gli applausi scroscianti Bergessio, dentro Lopez (con ovazione del pubblico). Al 70′ l’Inter ci prova di furbizia, Zarate si lascia cadere in area ma Orsato non abbocca: giallo per l’argentino. Al 72′ tiro di Zarate, presa a due mani di Andujar. Al 74′ clamorosa occasione sui piedi di Delvecchio che a tu per tu con Castellazzi prova un diagonale che il portiere manda di piede in angolo. Al 81′ altro tu per tu dell’appena entrato Catellani, palla su Castellazzi.
Il finale di gara è convulso. Il Catania si abbassa, concede metri all’Inter che tuttavia non riesce mai a rendersi davvero pericolosa dalle parti di Andujar. Sono al 88′ un rimpallo in area pare poter mettere Cambiasso nelle condizioni di beffare per l’ennesima volta il Massimino, ma un muro umano di rossazzurri si frappone tra l’argentino e la porta.
Dopo 4′ di recupero termina col Catania in costante contropiede, ne sprecherà altri tre prima del fischio finale di Orsato, e l’Inter incredula del risultato che campeggia sul tabellone luminoso. Ma la realtà è quella: nerazzurri in coda alla classifica sbeffeggiati dal pubblico catanese che danza sotto la pioggia cantando “serie B, serie B..”. Se tutto intorno si affoga, dentro la pioggia, se tutto intorno la pioggia porta a galla il marcio (per dirla così..) che sommerge Catania, al Massimino la pioggia si trasforma in ritmo, che spinge alla danza. Il mondo pare giare all’incontrario? Solo al Massimino e se così è i meriti sono tutti del Catania, stasera.
[Marco Di Mauro –