UDINE – Neanche stavolta funziona la partita lunga di Simeone. Ma a differenza della gara non giocata, e persa, contro il Napoli, ad Udine il Catania c’è, gioca, sbaglia, e paga dazio su di un’occasione, l’unica del primo tempo, inventata da Inler col beneplacito della fortuna che, dall’altra sponda non arride a Marchese, altrettanto sfrontato nel provare il tiro da fuori, spentosi d’un soffio a lato di Handanovic.
Giusti tutti gli accorgimenti tattici, anche quelli più contestabili alla vigilia; ma a nulla serve aver trovato la combinazione giusta, per interpretare a dovere le trasferte, se là davanti non vengono capitalizzate a dovere le occasioni create dai compagni; Lodi soprattutto, ma anche Bergessio. In un campo complicato, come quello di Udine, ne può capitare anche solo una, ma in grado di modificare il corso dell’intera partita. Il Catania sciupa, e paga.
Si può parlare di un passo avanti, certamente, nell’atteggiamento, ma la sostanza delle cose restituisce classifica immutata e tabù trasferta confermato. Lavorare su qualcosa si materiale, l’incapacità di questa squadra nel centrare il rettangolo chiamato porta, è però decisamente più agevole che insinuarsi nelle sinapsi dei giocatori per collegare grinta a gambe.
Provare più schemi, coordinarsi meglio con i centrocampisti, sfruttare con più cinismo le palle inattive ma soprattutto, più cattiveria nell’affrontare i marcatori da parte delle punte.
L’Udinese non sfonda mai, fisicamente sembra anzi il Catania ad aver più corsa degli avversari, eccettuando i due là davanti che però i rossazzurri riescono a limitare tagliando i rifornimenti, con una prova magistrale di Carboni, costretto a funger non solo da guastatore ma anche da regista, vista l’ennesima prova esterna incolore di Lodi che, ad eccezione delle due reti su punizione contro il Lecce, non ha dimostrato anzitutto di esser un regista, e soprattutto di poter fungere la valore aggiunto. Probabilmente le ragioni del suo impiego devono ricercarsi anche nello stato di forma dei suoi, eventuali, sostituti.
Sono i bianconeri ad aspettare il Catania, provando a sfruttare le ripartenze. E’ il Catania a fare la partita, provando gli scambi veloci che, specialità dell’Udinese, non riescono però mai a chiudersi con un attaccante libero di calciare in porta da pochi passi.
Due settimane per lavorare, quindi partite decisive a stretto giro. Prima il Palermo, in casa, quindi il Bari, punti decisivi come quelli prossimamente in palio a Brescia, negli ultimi due scontri diretti rimasti in calendario. A parziale consolazione e sprone, i risultati negativi delle inseguitrici, che perdono di misura contro Juventus ed Inter. Se ne va via il Chievo Verona, ma i punti di vantaggio sulla terzultima restano quattro.
[Marco Di Mauro – Fonte: www.mondocatania.com]