ROMA – Ci risiamo. Già l’anno scorso di questi tempi si parlava spesso e volentieri sulla possibilità di una cessione di Libor Kozak nel mercato di gennaio per permettergli di trovare una squadra che potesse garantirgli la continuità di minuti che si richiede per un ragazzo di ventidue anni, ma lui, a suon di gol decisivi, aveva convinto il Presidente Lotito a continuare a puntare su di lui, mantenendolo nell’organico di Reja che lo utilizzò come uomo della provvidenza. Il discorso si sta ripetendo anche in questa stagione, ma stavolta sembra che l’esito sarà diverso e che il giovane attaccante ceco sia prossimo a una cessione in prestito sebbene le parole del direttore sportivo Igli Tare nei giorni scorsi lascino pensare il contrario: «Libor via in prestito? È molto difficile. In questa prima parte è stato sacrificato, ma per quanto poco abbia giocato è sempre stato pericoloso. Vogliamo che cresca e pensiamo che ci possa servire: nel girone di ritorno ci darà una mano». Reja invece, come viene riportato in un articolo sulla Gazzetta dello Sport a firma di Marco Calabresi, si priverebbe senza troppi problemi di Libor anche per dargli la possibilità di maturare, un’ipotesi questa che non dispiacerebbe nemmeno al diretto interessato come ha avuto modo di spiegare poco tempo fa: «Ne parlerò con il presidente e con gli altri, ma sono giovane e per me è meglio giocare».
L’OPINIONE DEGLI ESPERTI – Sull’argomento si sono espressi quattro esperti di giovani, che sono tutti concordi sul fatto che un giocatore di ventidue anni debba assolutamente giocare. Il primo a manifestare il suo parere è Massimo Piscedda, ex giocatore biancoceleste e attuale allenatore dell’Italia B: «Il luogo comune secondo cui il giocatore fa esperienza soltanto stando a contatto con i più grandi va smentito. Il giovane, per crescere, deve giocare e Kozak è uno di questi. Se alla Lazio non c’è spazio, è giusto che lo cerchi altrove». Della stessa opinione Volfango Patarca, ex dipendente del settore giovanile biancoceleste: «Se la Lazio decide di mandarlo in prestito, deve avere la garanzia che l’altra società abbia reali intenzioni di utilizzarlo, e non fargli fare la fine di Macheda, che alla Sampdoria è passato per un ex giocatore. A Kozak, per struttura fisica, non puoi chiedere di giocare dieci minuti ogni mese e fare la differenza. In Primavera i gol li faceva, e li ha fatti anche lo scorso anno, quando è stato tenuto molto più in considerazione».
Anche il tecnico della Nazionale under 20 Luigi Di Biagio non ha dubbi al riguardo: «Rimanere alla Lazio a fare il quinto attaccante sarebbe assurdo, considerando che ci sono squadre che devono salvarsi a cui Kozak farebbe comodo. Già se ne partisse un altro, la situazione sarebbe diversa, e il giocatore sarebbe ben felice di restare». L’unico a pensarla diversamente è Mimmo Caso, che se fosse per lui, Kozak lo lancerebbe proprio in maglia biancoceleste: «Non ho mai avuto remore nel lanciare i giocani che avevano delle capacità, e credo che Kozak ne abbia: io, poi, ho sempre voluto allenare e allevare i ragazzi, ma nel calcio di oggi ci sono altri interessi, la ricerca del risultato a tutti i costi è esasperata e, soprattutto in Serie A, le società e gli allenatori preferiscono andare sul sicuro piuttosto che scommettere. Fondamentalmente manca il coraggio di fare determinate scelte».
[Marco Ercole – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]