MILANO – Nasce oggi il Manifesto della Lega Pro, “Responsabilità sociale per il calcio 4.0”. Si tratta di un documento che attraverso dieci punti traccia l’impegno quotidiano della C si è sviluppato grazie al supporto e alla condivisione dei valori del personale della Lega Pro e dei suoi club. Il Presidente Lega Pro, Francesco Ghirelli, ha sottolineato come la salute è alla base di tutto, di vita calcio e del Manifesto.
“Si parte dal suo valore che per noi è la base di ogni azione. Da questo valore è discesa la scelta dell’assemblea di Lega Pro di ritenere chiuso il campionato. Scelta dolorosa, ma inevitabile e responsabile socialmente. La stesura del Manifesto, presentato oggi, è già un passo nel futuro del calcio, nel nuovo scenario del post virus. Il fatto che sia stato costruito attraverso il coinvolgimento di tutto il personale di Lega e il Centro Studi, è un fatto enormemente positivo perché il Manifesto non è calato dall’alto ma è stato elaborato in cinque incontri intensi. Nel documento sono fissati valori fondanti come coraggio, crescita, formazione, valorizzazione, il rispetto delle regole che sono colonne portanti per la C. Abbiamo dato vita a questo testo perché sia un modello applicabile ai club e anche ad altre realtà sportive e perché si connoti per essere strumento di potenziamento della resilienza in un tempo che ci frena”.
A guidare il gruppo di lavoro sono stati Paolo Del Bene e Giovanni Esposito, rispettivamente Coordinatore Centro Studi Lega Pro e referente scientifico Centro Studi Lega Pro. Del Bene sottolinea che questo documento vuole promuovere la consapevolezza sulla responsabilità sociale e far conoscere alla collettività le intenzioni etiche della stessa Lega Pro, illustrando i principali impegni concreti che devono guidare l’agire responsabile di tutti gli appartenenti all’Organizzazione e dei suoi stakeholder, affinché sia evidente il contributo che il calcio potrà dare, quotidianamente alla sostenibilità e quindi, alla crescita del nostro Paese.
Andiamo ora a vedere i dieci punti che compongono il Manifesto.
La nostra forza d’animo è il pilastro per affrontare, a viso aperto, i cambiamenti economici globali, le emergenze sanitarie e le conseguenti trasformazioni del sistemasocio-economico che stiamo vivendo.
Nella faglia tra calcio professionistico e dilettantistico, tra azienda e sociale, in quel reticolo invisibile che “sostiene”il tessuto connettivo dell’Italia, anche le cose più difficili diventano possibili.
Prima della dimensione sportiva del calcio professionistico vogliamo valorizzare la sua dimensione sociale, che è un elemento fondamentale per la crescita del Paese. Aiutare a espandere quell’antenna sociale che raccoglie i bisogni del territorio, ed elabora possibili risposte concrete, significa fardiventare i nostri club imprese socialmente necessarie e competitive per affrontare le sfide del futuro.
Conoscere è necessario per il progresso culturale. Ecco perché intendiamo costruire il nostro futuro, attraverso un percorso didattico progettato con lungimiranza e anche con l’utilizzo di nuove tecnologie, per dare significato all’importanza di investire nella formazione degli atleti, dei quadri tecnici, dirigenziali e di altre figure professionali,valorizzando e rendendo disponibile il nostro patrimonio di Know how e di relazioni.
Tutti normali e tutti speciali, siamo noi quel calcio che non si ferma davanti a niente e ha bisogno di organizzazioni dotatedi una “leadership etica”. Solo un sistema di governo,capace di fornire una visione d’insieme, è in grado di prendere e attuare le opportune decisioni per il raggiungimento dei propri obiettivi sostenibili e di assumersila responsabilità degli impatti generati, come conseguenza delle scelte quotidiane.
Garantiamo un presidio capillare sul territorio assicurando la formazione scolastica e universitaria come percorso obbligato e necessario della formazione sportiva calcistica, per migliorare la prestazione atletica e per completare la dimensione culturale del giovane calciatore. Togliamo i ragazzi dalla “strada” e li prepariamo a sviluppare competenze per affrontare le fasi di “transizione di carriera” e per essere in grado di “costruire un futuro”, anche dopo la fine della parentesi sportiva.
Alla base del nostro lavoro, poniamo anche uno sguardo verso il futuro con l’idea che la rivoluzione tecnologica consenta di affrontare la sfida sul piano digitale, per catturare l’attenzione dei giovani e per risolvere determinati problemi sociali. È il modello «human technologyoriented», capace di mettere la tecnologia al servizio della persona, che deve sempre rimanere al centro del Sistema.
Il calcio che vogliamo è basato sul rispetto di regole chiare ed essenziali che vanno continuamente aggiornate evalgono per tutti. L’unica convivenza possibile è quella che ci vede impegnati nella costante verifica della loro accettazione e quindi del loro rispetto, presidiando così lacoerenza con la nostra identità, la continuità e la sostenibilità del “sistema” per dar vita ad una Responsabilità Sociale Sportiva.
Affrontare le situazioni di difficoltà e di cambiamento richiede anche il potenziamento delle capacità di adattamento per continuare nello sviluppo sportivo, economico, sociale e ambientale. Chi investe nel nostro calcio è un eroe consapevole che produce un impatto sociale forte e ci stimola a pensare al futuro in modo diverso, trovando soluzioni alternative ai problemi e alle sfide che ci attendono.
Le sfide che abbiamo di fronte non si possono vincere da soli, occorre un’azione di sistema, un percorso condiviso, in cui interloquire più direttamente con i nostri principali stakeholder. Con l’identificazione e il coinvolgimento dei portatori d’interesse che si riconoscono nei nostri valori,mettiamo al centro il disegno di un calcio inclusivo, giovane, dinamico, innovativo, foriero di pari opportunità e socialmente utile.
Educare e riportare anche i giovani allo stadio è un processo lungo che richiede competenze specifiche, relazioni strutturate nel tempo e una responsabilità condivisa. Il cambiamento da innescare è soprattutto di tipo culturale; è necessario pertanto investire in marketing, sicurezza e qualità delle infrastrutture affinché lo stadio possa tornare a essere un luogo di aggregazione sociale.
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