I giorni caldi del mercato rossonero saranno il 28, il 29, il 30 e il 31 Agosto. La prima di Campionato il Milan la gioca a Cagliari in anticipo sabato 27 Agosto, una mera coincidenza di calendario che consentirà però al surplace del Milan di avere un giorno in più a disposizione per provare a piazzare la volata prima della conclusione delle trattative di Mercoledì 31 Agosto. La volata non sarà un colpo. Acquisti da 40-50 milioni di euro non ce ne saranno, e spiace che molti tifosi rossoneri si siano illusi, e qualcuno li ha in effetti e poco prudentemente illusi, sul fatto che una qualsiasi squadra italiana potesse davvero ambire ad un fuoriclasse fuori mercato a queste latitudini come Cesc Fabregas. Adesso che Cesc è al Barcellona e che si può ragionare al di fuori delle suggestioni e delle illusioni, si scopre che il Milan Supercampione d’Italia è molto forte e molto duttile. Le sue tessere sono consistenti e multiuso.
Boateng può fare la mezz’ala e quindi potrebbe arrivare un trequartista, Boateng può rimanere dov’è e quindi può arrivare una mezz’ala sinistra, senza dimenticare che potrebbe arrivare anche un centrocampista centrale in grado di alternarsi con Van Bommel e con conseguente spostamento a sinistra di Massimo Ambrosini. E’ tutto aperto, a seconda delle opportunità dell’ultimo scorcio di mercato. Lo spogliatoio? Resta ottimista su quello che comunque resta un giocatore della Fiorentina, cioè Riccardo Montolivo, e che verrebbe accolto molto bene a Milanello. Dal canto suo il parere tecnico dell’allenatore sul tema appare molto favorevole. La sintonia di Massimiliano Allegri con il Club è totale. Non per aziendalismo, ma per tanta presenza in sede e, conseguentemente, per una adeguata e approfondita presa di coscienza dei problemi e dei conti. Limitatamente all’aspetto tecnico, l’allenatore del Milan è favorevole per principio ad una soluzione italiana, ad un giocatore che già conosca la realtà del nostro calcio senza particolari problemi di inserimento o di ambientamento. Un rinforzo in più ad una squadra già forte, continua e collaudata, è un rinforzo importante.
Se per Eto’o si attende solo l’annuncio ufficiale, fra gli addetti ai lavori del grande calcio si dà per scontata anche la partenza dall’Inter di Wesley Sneijder. Negli ambienti che contano del calcio olandese, si sa che anche l’ex regista del Real Madrid è sul punto di partire. Al di là delle schermaglie e delle scaramucce, è quanto risulta. Insomma, se non è rivoluzione, poco ci manca. Agli avversari dei nerazzurri, l’Inter con troppi soldi in mano non piace molto. Ma se, alla resa dei conti, Eto’o e Sneijder dovessero essere sostituiti da Tevez e Lavezzi, la discussione sarebbe solo all’inizio. Il buon Kucka è infatti ciò che serve all’Inter per ovviare ad un problema di età e di infortuni a centrocampo, esattamente come era accaduto a Gennaio in difesa per l’arrivo di Ranocchia. La discussione, dunque: Tevez e Lavezzi sono meglio di Eto’o e Sneijder? No, certo che no e super certo che no. Si potrà fare tutta la propaganda che si vuole, ma il passaggio da due crack assoluti a due crack a intermittenza sarà un ulteriore passo verso il ripristino dello status quo antecedente all’estate del 2006.
A proposito, c’è un’autorità calcistica in questo paese in grado di porre un freno alla escalation dialettica fra Juventus e Inter?!?! Se per colpirsi vanno sul personale i massimi dirigenti di due Club così importanti, che cosa potrà accadere fra le rispettive tifoserie allo stadio? Uno che dà all’altro dello stressato bisognoso di vacanze e l’altro che di rimando ricambia con un vecchio stai zitto: attenzione, sono tutti alibi per chi poi vorrà fare la resa dei conti sotto le curve di Torino o di Milano. Il presidente Agnelli, in particolare, sta andando giù duro e stimola giustamente, dal suo punto di vista, l’orgoglio d’appartenenza dei propri tifosi. Un punto però deve essere chiaro: la recentissima relazione del procuratore federale Palazzi segnala alla Storia e all’intero Calcio italiano che alla sbarra della Caf e della Corte Federale nell’estate di cinque anni fa c’era una grande assente: l’Inter. Che doveva esserci, eccome se doveva esserci. Ma, sul piano della complessa e particolarissima giustizia sportiva, il mal comune non è mezzo gaudio o mezza pena. C’era una posizione dell’Inter colpevolmente e politicamente trascurata, ma questo non toglie gradi di colpa alla Juventus, a quella Juventus quantomeno. Per cui se il presidente Agnelli, che ha sacrosanta ragione sulla revoca di quello Scudetto del 2006, spara alto parlando dei 2 scudetti da riportare nella sua bacheca per arrivare al risultato minimo della revoca, troverà molto seguito nel calcio italiano e l’Inter resterà isolata. Se, invece, la guerra santa dovesse davvero avere come obiettivo autentico e reale la riconquista dei due titoli sarebbe la Juventus a finire nell’isolamento in cui si trova adesso il Club milanese.
Voglio molto bene ad Antonio Cassano e conosco abbastanza bene la sua voglia di calcio. Antonio ha il diritto di avere il suo carattere, i suoi cambiamenti di umore e i suoi toni. Senza che il mondo passi troppo tempo e sprechi troppe parole a giudicarlo. Cassano ama le emozioni del calcio e adora i suoi colleghi. Quest’anno, dietro le quinte, a Milanello, ha passato molto più tempo a difendere i suoi compagni di squadra che magari giocavano più di lui, nei momenti in cui venivano criticati, piuttosto che pensare a sé stesso. Gliene va dato atto e gliene va dato merito. Tutto questo è importante ma non è tutto. Adesso deve pensare a sé stesso e senza scorciatoie. A Bari, per intenderci, è stato tutto bello. Il pubblico, casa sua, le coccole dei compagni, la fascia di capitano in regalo. E’ stato l’ennesimo, meritato, tributo del calcio ad Antonio. Ma il calcio d’alto livello non è quello di Bari. In Nazionale non c’è concorrenza ad alto livello, ai livelli di un grande talento come Antonio, e quindi sono tutte rose e fiori. Al Milan non è così’, al Milan è diverso. Non è che dalle parti di Milanello siano tutti cattivi o non lo aiutino, il fatto è che al Milan la concorrenza c’è ed è durissima. Regali non ce ne sono. Ma questo deve rendere ancora più affascinante il traguardo che deve porsi Antonio. Lavorare duro, seminare, crederci e, perché no, farcela. Bari è una felicissima illusione ottica che non deve trarre in inganno Cassano. Deve essere una parentesi capace di dargli gli stimoli giusti per raggiungere quell’idillio anche nel Milan. I tifosi rossoneri lo amano e per non deluderli, Antonio dovrà fare una e solo una cosa: non deludere sé stesso.
[Mauro Suma – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]
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