E’ una classifica ancora bugiarda. C’è chi dice che la si potrà leggere a dicembre, chi al termine del girone di andata e chi, come il Presidente del Napoli De Laurentiis, addirittura ad aprile. Qualche piccola verità, però, inizia a trapelare. Ibrahimovic è il Milan, la Roma non ha una società e senza le spalle coperte rischia di ammalarsi. La Juventus è l’eterno enigma, mentre le prime bocciature arrivano da Firenze. Chi lavora male sul mercato, alla lunga, paga. E se la famiglia Della Valle la prossima estate dichiarasse di essersi stufata del calcio? Attenzione, piccolo allarme per i tifosi viola.
Corvino ha seminato poco e male. I frutti di stagione non si possono raccogliere, sarebbero indigesti. Bravo Lotito, promuovemmo il mercato della Lazio e continuiamo a promuovere il lavoro certosino di Edy Reja. Non lotterà per lo scudetto ma, con l’aiuto della piazza, un pensierino al quarto posto, verso Natale, potrebbe farlo. Cesena, Bari, Chievo e Cagliari sono destinate a soffrire. Bella reazione del Napoli con la Roma, ma la coperta corta e l’incostanza degli azzurri ci fanno diffidare dall’attuale posizione in classifica. Se a gennaio De Laurentiis intervenisse in maniera saggia ed opportuna, allora, il discorso potrebbe cambiare. Oggi i napoletani fanno bene a sognare, perché il loro entusiasmo è il più contagioso d’Italia.
Napoli è diventata anche la capitale di Calciopoli: volevamo capirci qualcosa in più di come va davvero il calcio italiano, ma, oltre a starci capendo sempre meno, ci stiamo facendo tante risate come se fosse un’infinita barzelletta. Per la Giustizia non è un bel messaggio verso l’esterno e l’estero. Venerdì scorso tutti gli organi di informazione erano curiosi di ascoltare le deposizioni di Abete e Collina: personaggi di un certo calibro, chi Presidente della F.I.G.C., chi nuovo designatore dell’Uefa; dalle loro parole è emerso che tutto quello che veniva deciso nei sorteggi arbitrali era a norma di regolamento. Ma davanti agli occhi abbiamo ancora quel titolo di giornale: “Ecco come truccavano i sorteggi”.
Non ci stiamo capendo molto, ci stiamo perdendo. Ma quei sorteggi erano truccati oppure no? In attesa delle centosettanta intercettazioni telefoniche abbiamo capito solo una cosa: il nome “Collina” fu pronunciato dall’ex Presidente dell’Inter, Giacinto Facchetti. Tra le tante cose poco chiare del “Processo del martedì”, più divertente quasi di quello del lunedì, come un ex Dirigente, quale Franco Baldini, possa dare una mano alla Giustizia. Prima che gli venga concessa la giusta credibilità, vorremmo porre delle domande a Baldini e saremmo entusiasti casomai fosse possibile ottenere delle risposte pubbliche. Se parliamo di 80 mila dollari per una patente, che poi si trasforma in passaporto, cosa gli torna in mente? Cosa ci faceva alla Motorizzazione di Latina per promuovere la causa dell’interista Alvaro Recoba? Baldini saprebbe rispondere ai PM cosa rischia chi viene coinvolto in un passaggio di residenze false? Ricordiamo di aver letto sul Corriere della Sera le dichiarazioni di Lele Oriali, il giorno dopo aver ricevuto il benservito dall’Inter.
“È una grave macchia, lo so, ma ha presente il signore che compare sempre al fianco di Fabio Capello? Sì, Franco Baldini. Ecco, devo tutto a lui. Mi disse che c’era questa possibilità eccetera eccetera, e che le carte erano in regola. Salvo poi lasciarmi nella cacca”. Parole di Oriali. Un altro paio di domande: cosa ci faceva il Colonnello Auricchio a pranzo a Trigoria? E, soprattutto, dove sono finiti i soldi della Roma per l’acquisto di Philippe Mexes, quando Rosella Sensi aveva ricevuto garanzie per le quali l’operazione sarebbe avvenuta a costo zero? Aspettiamo delle risposte prima di girare le stesse domande alla F.A. (la Federazione di calcio inglese).
Negli editoriali si parla poche volte di Serie B, ma quanto sta accadendo a Torino richiede un passaggio doveroso. Prima il liquido infiammabile, poi le scritte minatorie, adesso una testa di maiale davanti alla sede del club, come segnale intimidatorio nei confronti del Presidente Cairo. Primo punto: quando riuscirà la Digos di Torino ad incastrare i colpevoli? Considerazione calcistica: la colpa di Urbano Cairo è di non essere riuscito a riportare il Toro lì dove merita, ma i tifosi farebbero bene a ragionare prima di insultare. Non c’è un’alternativa a Cairo, a meno che il fallimento non sia considerato un’alternativa. Le parole di Rolando Bianchi in conferenza stampa erano criptate. Più che un segnale di forza, quello del capitano granata era un segnale di difesa (propria e non della squadra). Bianchi sta preparando il terreno per un’eventuale cessione invernale (Catania?).
[Michele Criscitiello – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]