Il Milan mantiene le promesse, l’Inter non ci riesce: che succede? Il Napoli si gode il silenzio e la Juve il primato

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L’aveva detto Allegri: “eravamo i favoriti, rimaniamo i favoriti. Ora vinciamole tutte. Magari alla pausa siamo di nuovo davanti a tutti”. Più o meno suonava così la sua conferenza stampa prima della partita con il Lecce. Dopo 180 minuti (e qualche spavento di troppo) il Milan è tornato nelle zone nobili della classifica. Forse nel modo meno atteso: le triplette di Boateng e Nocerino. Ma quello che conta sono i punti, il gioco ritrovato e soprattutto la classifica. Il Milan è tornato a viaggiare. Come sa, con classe. Quella di Cassano e Ibra, con la potenza del Boa. Da registrare la difesa, d’accordo, ma l’obiettivo è a soli 90 minuti, quelli di Roma: non uno scherzo. E mentre si continua a monitorare il mercato sudamericano (Paulinho è sempre un obiettivo più che concreto) la strategia è sempre la stessa: a giugno si discutono i contratto, Allegri compreso.

All’Inter invece la situazione è decisamente più complicata. Il rientro di Sneijder aveva fatto ritrovare quello spirito che sembrava perduto. Non si può fare a meno della classe e delle intuizioni dell’olandese. Ma non bastano sempre. Tra recriminazioni arbitrali e difficoltà in campo l’Inter non riesce a staccarsi dalle parti basse della classifica. Milito non sembra più lui ormai da troppo tempo (nonostante la grande fiducia che Ranieri gli aveva accordato prima della gara con l’Atalanta), alcuni giocatori (soprattutto a centrocampo) devono ancora trovare la forma migliore. Ranieri – prima del Chievo – aveva detto che era necessario vincere per non fare di Inter-Juve una partita buona soltanto per la gloria. Sarà ancora così? L’Inter è davvero fuori dalla corsa scudetto? A guardare i numeri rientrare sarebbe davvero un’impresa. Non solo per i punti che mancano dalla Juve, ma per tutte le squadre che ci sono in mezzo. Praticamente tutte le candidate per la vittoria finale. E se nessuno corre, non c’è nessuno che si ferma di botto.

Prendete la Juve. La partita contro la Fiorentina è stata decisiva per far sì che la classifica continuasse ad essere eccellente. Ora due prove difficilissime: Inter e Napoli, per misurare la forza reale dei bianconeri. La Juve ora è l’unica squadra che non ha mai perso, questo qualcosa vorrà pur dire. Conte ha dimostrato di aver carattere e qualità. Contrariamente a quanto si pensava all’inizio (almeno il sottoscritto) ha cambiato il suo modulo per succhiare il massimo dai suoi giocatori. 4-2-4, 4-1-4-1, 4-3-3, l’anima della sua Juve è sempre la stessa. E’ decisamente la Juve la sorpresa più continua di questo inizio stagione. Con un Matri che ha dimostrato che difficilmente si può fare a meno di lui. E con i risultati anche la vicenda Del Piero si è sgonfiata un po’: anche se prima o poi (come dicono tutti) sarà necessario un chiarimento fra le parti.

Chi invece ha la palma della continuità è il Napoli di Mazzarri. Il silenzio, obiettivamente, non è molto chiaro. Chissà se ci sarà modo di capirne i motivi (non può essere per un banale disguido in zona interviste…). Nel frattempo parlano, cantano e ballano i tifosi. Su una cosa Mazzarri ha ragione: non si può criticare il Napoli dopo quello che sta facendo da due anni a questa parte. E’ una squadra ormai matura, impegnata al massimo sia in campionato che in Champions (senza averne l’abitudine). Battere l’Udinese dovrebbe servire a zittire qualsiasi mugugno. A questo Napoli non si può che dire grazie: sia da tifosi che da appassionati. Sta dando (insieme agli altri, Lazio in testa) pepe al campionato e si sta facendo strada nel peggior girone di Champions della storia!

I risultati se non arrivano, si sa, non aiutano gli allenatori. E mentre Luis Enrique continua (giustamente) ad avere credito e una grande voglia di continuare il suo progetto Mihajilovic e Giampaolo si giocano tutto domenica prossima. A Firenze il rapporto con i tifosi è ai minimi termini, a Cesena serve solo vincere. A Firenze si parla di Delio Rossi e Delneri, a Cesena Ballardini e De Canio. Ma prima c’è una partita da giocare. Può cambiare ancora tutto. In testa come in coda. L’importante, sembra, è mantenere le promesse!

[Luca Marchetti – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]