Undici nuovi arrivi su venticinque giocatori della rosa non sono pochi. Ma se si esclude la zona centrale del campo, almeno inizialmente la formazione tipo sarà ancora composta in larga parte dallo zoccolo duro della passata stagione. Sono quindi garantiti gli automoatismi e l’impronta di gioco che hanno portato il Napoli cosi in alto. Il modulo non cambia: si parte sempre dal 3-4-2-1. E’ evidente che la rotazione, se i nuovi arrivi risponderanno subito in maniera positiva, potrà e dovrà essere più ampia e frequente. Sempre senza esagerare però, perché la logica del turn over – per quanto obbligata quando si gioca ogni tre giorni – non è mai la logica ispiratrice delle grandi squadre. Basta guardare a Barcellona, Manchester United, Real Madrid e anche all’Inter e al Bayern Monaco protagoniste della finale di due stagioni fa in Champions, che presentavano quasi sistematicamente gli stessi sette-otto undicesimi di formazione in campo a distanza di tre giorni.
Ora Mazzarri deve solamente ripetersi. Se la sua capacità di trasmettere le sue idee alla squadra non subirà alterazioni, come dicevamo, il Napoli non potrà che migliorare. Ci sono più muscoli e piedi migliori, e di conseguenza le idee di gioco, tanto efficacemente proposte negli ultimi due anni, dovranno svilupparsi in modo ancora più fluido. Difficile dire a cosa si può e si deve puntare. L’obiettivo è confermarsi squadra di primo livello in campionato, con importanti ambizioni in coppa Italia, e con la voglia di confrontarsi anche in Europa, nonostante il difficilissimo girone nel quale gli azzurri sono inseriti, senza nessuna paura.
[Paolo Del Genio – Fonte: www.tuttonapoli.net]
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