Una liturgia quotidiana, catalizza l’attenzione di tutti con le sue parole e comanda il gioco anche quando – come in questo momento – poche trattative girano per il verso giusto. L’Inter aveva José Mourinho, il Napoli ha Aurelio de Laurentiis. Affabulatore, uomo fuori dagli schemi. Travolge tutti con le sue verità scomode, attacca chiunque provi a intralciare i suoi progetti. Comanda il mercato, anche quando i suoi calciatori spifferano ai quattro venti di voler militare in squadre più vincenti.
Napoli non può e non deve essere considerata una piazza secondaria. L’affetto unico dei tifosi lo dimostra e lui lo sa bene. Per questo conduce sempre il gioco, stipula contratti che gli permettono di fare la voce grossa in sede di contrattazione. Questione di diritti di immagine, l’oggetto della discordia. Il motivo per cui tante trattative saltano, ma anche il grimaldello giusto per portare, in maniera stabile, il Napoli nell’elite del calcio italiano. C’è bisogno di aumentare il fatturato, a maggior ragione nell’era del tanto acclamato fair play finanziario.
E’ così che non potendo creare profitto grazie a un impianto – lo stadio San Paolo – ricco di ricordi e gioie ma fuori da qualsiasi possibilità di guadagno economico, ci si getta su un marketing alternativo, che inevitabilmente passa per quei diritti d’immagine che spesso vengono usati dai detrattori del patron azzurro per attaccarlo e spingerlo a invertire la rotta. De Laurentiis non lo fa, e non cede e di certo non per un capriccio personale. È un sognatore, un presidente che vuole cambiare il calcio, ma al contempo un uomo d’affari.
Un Don Chisciotte con la testa ben piantata sulle spalle che ha spiegato con estrema chiarezza i motivi di questa scelta: “Le multinazionali come Nike e Adidas mettono sotto contratto i calciatori, ma come si permettono? Io sto progettando di fare le scarpe del Napoli e voglio invadere il mercato, qualcuno non può arrivare a casa mia e dire che non posso farlo. Devo pensare ad aumentare il fatturato per essere competitivo. Devo pensare che Nike e Adidas sono pagati da altri 4-5 club per rompere le scatole a noi e non farci crescere”. Un attacco alle multinazionali del calcio, a coloro che – più dei singoli club – gestiscono il mondo del pallone.
Un attacco studiato. Parla tanto ma mai a caso De Laurentiis. Ci si lamenta dell’arretratezza del nostro movimento rispetto a Spagna, Germania e Inghilterra? E lui valuta soluzioni di marketing alternative, come il creare scarpe di calcio col logo del Napoli, senza Adidas o Nike che intralci il rapporto tra la squadra e i suoi tifosi. Un’idea geniale, quasi irreale perché fuori dal coro e, al contempo, affascinante. Una sparata alla De Laurentiis, sempre colorito nelle sue esternazioni ma mai banale. Un innovatore, uomo che divide le folle tra chi lo adora e chi lo accusa.
Di certo nessuno resta indifferente perché le sue parole colgono sempre nel segno. I fatti però parlano chiaro, ci dicono che fino a questo momento ha avuto ragione. Il terzo posto e la qualificazione in Champions League, solo per limitarci all’ultimo anno. Segno evidente che la strada intrapresa è quella giusta. Noi quindi, come tutti, ci schieriamo. A suo favore, anche perché De Laurentiis sembra aver sempre più bisogno del Napoli e il Napoli del suo presidente. Avanti così quindi, in attesa della prossima, innovativa, esternazione…
[Raimondo De Magistris – Fonte: www.tuttonapoli.net]
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