Dovevano arrivare i 3 punti e sono puntualmente arrivati, Pazzini si è sbloccato anche se dal dischetto, si è rivisto Accardi dopo l’infortunio subito in estate e soprattutto dopo una stagione vissuta ai margini, difesa imbattuta per la terza gara ufficiale consecutiva; sono questi gli aspetti positivi di una serata, nella quale la Sampdoria non ha segnalato significativi miglioramenti in termini di gioco e ordine tattico rispetto alle ultime prove offerte contro Napoli, Cagliari e Udinese.
Nonostante le occasioni da goal non siano mancate, principalmente nella ripresa, ancora una volta non è arrivata la marcatura su azione, la squadra ha sofferto eccessivamente in certi momenti del match e non ha avuto la forza, né la capacità per mettere il successo in cassaforte quando si poteva e si dovere non correre alcun rischio.
Vista l’importanza della sfida, Di Carlo opta per il più classico 4-4-2, mette in campo i tre gioielli fin dal 1’, Palombo, Cassano e Pazzini subito in campo, turnover sulle corsie esterne, con Mannini e Koman in campo al posto di Semioli e Guberti, dietro spazio per i giovani Cacciatore e Volta, con il rientro di Accardi sulla sinistra. Siamo chiamati a fare la partita e si cerca di farla, ma il Debrecen è ben messo in campo, fa girare palla a centrocampo e gli sguscianti Coulibaly e Mbengono sono due avversari da tenere sott’occhio in ogni accelerazione.
Fantantonio sembra ispiratissimo, sfondando sull’out sinistro al primo affondo, ma il suo servizio per l’accorrente Pazzini è troppo telefonato ed è facile preda del n°1 ungherese. Il Debrecen non sta a guardare, prova i fraseggi tra il tandem offensivo di colore e si dedica spesso e volentieri alla conclusione da fuori: se Nagy non inquadra lo specchio della porta, è Curci a dire di no, soltanto con un intervento a due tempi, sul tentativo senza pretese operato da Szakaly.
A centrocampo si fatica dannatamente: Palombo è chiamato costantemente alla duplice fase di impostazione – contrasto, Dessena recupera qualche buon pallone ma colleziona diversi errori di appoggio, Mannini è spento, Koman risponde presente ad intermittenza. Fortunatamente la gara si sblocca in virtù dell’episodio a noi favorevole: al 18′ Laczko affossa Pazzini in area, il direttore di gara concede il rigore, realizzato con freddezza dal bomber doriano, il quale pone così fine al digiuno da goal che mancava dal ritorno con il Werder Brema. Il vantaggio dovrebbe rappresentare la svolta psicologica per il Doria, Koman si rende protagonista di due buone giocate, un tiro bloccato dal n°1 ungherese e un servizio a cucchiaio per Cassano, scattato un attimo in ritardo, ma per il resto non si assiste al forcing che avrebbe potuto chiudere la pratica Debrecen già prima dell’intervallo, anzi sono gli ospiti a sfiorare il pari con una rasoiata di Czvitkovics, Curci tocca la palla quel che basta per rifugiarsi in corner, non assegnato però dal direttore di gara.
Dopo un brivido corso ad inizio ripresa su un’iniziativa portata avanti sull’out sinistro da Mbengono, terminata con una conclusione bloccata in due tempi da Curci, la Sampdoria finalmente accelera un po’ il ritmo: Palombo comincia a dettare i tempi della manovra e recupera importanti palloni in fase di pressing, Koman supera la timidezza, Di Carlo si gioca la carta Guberti al posto di Mannini, dalle parti di Pazzini arriva finalmente qualche pallone giocabile, ma prima conclude di testa sopra la traversa, su servizio di Cassano, poi schiaccia in diagonale un’invitante palla servitagli da Koman.
La partita sembra essersi incanalata verso un binario a noi favorevole, ma non bisogna commettere l’errore, già compiuto fin troppo spesso in passato, di sottovalutare l’avversario o comunque di abbassare la guardia staccando la spina una volta passati in vantaggio, perché il Debrecen c’è ancora in campo e sfiora il pari in ben due circostanze, prima con una conclusione da posizione ravvicinata battuta da Czvitkovics, respinta prontamente da Curci, poi con un bolide da fuori di Kiss, terminato di un soffio sul fondo. La risposta blucerchiata si riassume in una girata a botta sicura di Cassano, su corner battuto a sorpresa da Koman, ma Malinauskas risponde presente sul primo palo.
Nel finale Di Carlo getta nella mischia Zauri e Marilungo per Cacciatore e l’esausto Koman, il Debrecen spara l’ultima cartuccia con un colpo di testa di Laczko, con la sfera che sorvola la traversa, mentre sull’altro fronte Guberti, Cassano e Palombo mettono Pazzini nella condizione per poter segnare anche su azione, ma la mancata precisione dei potenziali assist, o un controllo imperfetto del bomber doriano non consentono di chiudere sul 2-0. Al triplice fischio finale c’è soddisfazione in casa Sampdoria per aver conquistato 3 punti fondamentali in ottica qualificazione ed essere rimasta ancora imbattuta ad un terzo del cammino nel girone.
Evitando però episodi di partigianeria, o di ingiustificata esaltazione, tutti sono però consapevoli che questa squadra è al momento lontana anni luce dalla vera Sampdoria, il cui ritorno è atteso con ansia dall’intero ambiente doriano. Domenica l’insidiosa trasferta di Bologna per dimostrare un’importante inversione di tendenza, poi la sosta per recuperare le energie e ricaricare le pile.
SAMPDORIA – DEBRECEN 1-0
MARCATORE: 18’ Pazzini (rigore)
SAMPDORIA (4-4-2): Curci; Cacciatore (71’ Zauri), Volta, Lucchini, Accardi; Koman (80’ Marilungo), Palombo, Dessena, Mannini (59’ Guberti); Pazzini, Cassano. (Da Costa, Pozzi, Tissone, Rossini). All: Di Carlo
DEBRECEN (4-4-2): Malinauskas; Nagy, Mijadinoszki, Simac, Laczko; Szakaly (46’ Kulcsar), Czvitkovics, Varga, Kiss; Mbengono (83’ Bodi), Coulibaly. (Pantic, Luis Ramos, Dombi, Fodor, Szilagy). All: Herczeg
ARBITRO: Kovarik (Repubblica Ceca)
AMMONITI: Lucchini (S), Mijadinoszki, Kiss (D).
NOTE: spettatori: 12mila circa, tra cui 200 provenienti dall’Ungheria. Angoli: 5-3. Recuperi p.t. 2′, s.t. 3′.
[Diego Anelli – Fonte: www.sampdorianews.net]