otremo scrivere a “Chi l’ha visto?” e chiedere informazioni su Heinze e Bojan, ma anche sul Taddei fosforescente visto contro il Lecce, sul brillante Lamela ammirato nel secondo tempo della stessa partita, sulle geometrie di Gago metodista, ecc….
E poi potremo consultare il libro dei “Perché?” e chiedere perché di nuovo De Rossi davanti alla difesa, ancora distratto sull’azione del gol di Di Natale e non più Gago, perché Taddei a destra dopo la magnifica prestazione fatta a sinistra, perché Lamela seconda punta quando è appurato che gioca meglio quando parte da lontano, perché di nuovo Kjaer in campo che non sa né costruire né coprire la profondità.
Potremo continuare a farci tante domande ma l’esercizio diventerebbe troppo retorico. Allora provo a fare qualche considerazione.
Era evidente che se la Roma avesse palleggiato a ritmi lenti avrebbe facilitato la compressione e improvvisa esplosione della molla Udinese esaltandone le attitudini contropiedistiche.
Così è fatalmente stato. I giallorossi si sono sbilanciati sia nella fase di possesso, sia al momento del pressing dando campo agli avversari che, pur non essendo nella loro migliore giornata, non hanno potuto esimersi dal ripartire. Le prime avvisaglie già nella prima parte della gara. Mi sono annotato infatti azioni in velocità e in verticale dell’Udinese al 5′, 9′, 23′, 40′ e 45′. E la Roma? Tutta in un spunto personale di Pjanic su imbeccata di Osvaldo nel recupero del primo tempo.
Nella ripresa stessa musica col contropiede minacciosi dei bad boys di Guidolin attivato al 4′, 17′ e 30′. A onor di cronaca anche la Roma in questa mezz’ora ha fatto qualcosa, in particolare con Pjanic e Osvaldo. Ma fatale è stato prendere troppa confidenza con match. Nel suo momento migliore la Roma ha ceduto di schianto. Colpa, ancora una volta, di un’azione di pressing troppo alto e troppo disunito che ha portato De Rossi fuori posizione, saltato facile dall’uno-due tra Pinzi e Fabbrini, da poco subentrato a Abdi. Sul passaggio di ritorno la giocata di prima di Pinzi sopra la rigida linea giallorossa ha messo in porta Di Natale che ha trasformato l’occasione in gol da par suo.
Non sarebbe stato più semplice prendere quanto di buono visto contro il Lecce e riproporlo al Friuli invece di ripartire con valzer degli esperimenti?
[Adriano Bacconi – Fonte: www.vocegiallorossa.it]
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