Nella sera delle speranze illusorie lo scontro con la realtà arriva fin troppo presto. Non è il gol di Raul a dare il colpo di grazia alle aspettative nerazzurre, ma l’atteggiamento fin troppo compassato di una squadra che avrebbe dovuto aggredire senza freni l’avversario e invece si limita a mantenere l’iniziativa senza però andare oltre il compitino.
Nelle proiezioni serviva un gol entro il primo quarto d’ora, ma in tutto il primo tempo l’unico tiro in porta dell’Inter, di Stankovic, arriva al 35’ e mette in evidenza la bravura di Neuer. Pochino per tentare un approccio di ribaltone.
TUTTO QUI? – Se fosse il match d’andata, la prova nerazzurra non dispiacerebbe nemmeno, peccato che sulle spalle dei giocatori penda un 2-5 casalingo che ha poco di beneaugurante. Il gioco è troppo lento e prevedibile, compromesso anche dalla buona disposizione tattica dello Schalke, bravo a chiudersi con ordine lasciando al caso eventuali iniziative offensive. Tattica scontatissima e tremendamente efficace, se è vero che dopo 44 minuti abbastanza sereni arriva a sorpresa il gol dell’eterno Raul: azione favorita da una difesa in stile San Siro: voragine centrale e istintivo inserimento dello spagnolo che salta Julio Cesar e ottimizza la prima occasione d’attacco dei tedeschi. Mazzata ai residui sogni di gloria dell’Inter, già ridotti al lumicino dall’inesorabile trascorrere del cronometro e da un gol che non arriva forse perché cercato con poca convinzione.
SCELTE ‘STRANE’ – Non sorprende affatto dunque se il secondo tempo si proponga come un’inutile passerella utile a detronizzare i campioni in carica. Sorprendono invece le scelte di Leonardo, che dopo aver rinunciato a Cambiasso in favore di Thiago Motta dall’inizio (ma come, la vittoria sul Chievo non ha insegnato nulla?), leva dal campo Stankovic (uno dei meno peggio) per aumentare il potenziale d’attacco con Pandev. L’italo-brasiliano legittima però la sua presenza sul rettangolo di gioco al 48’ con il gol in mischia dell’1-1, quanto basta per restituire vento alla vela nerazzurra, almeno nelle intenzioni. Vento che si affievolisce al cospetto del muro tedesco, impossibile da scalfire.
ELIMINAZIONE CERTIFICATA – A qualificazione ormai chimerica ci si aspetterebbe almeno un tentativo di vincere la partita, infliggendo allo Schalke la prima sconfitta interna in Europa per mano di un’italiana. Ambizione troppo complicata anch’essa per un’Inter inspiegabilmente sotto tono, da cui ci si sarebbe aspettati un pizzico di ardore in più. Invece alla fine arriva persino una sconfitta, frutto dell’ennesima ripartenza centrale dei padroni di casa con Hoewedes che tutto solo supera Julio Cesar. E’ il timbro finale che certifica l’eliminazione nerazzurra e il passaggio, meritatissimo, alle semifinali per la squadra di Rangnick, troppo solida e cinica (7 reti in 9 occasioni da rete tra andata e ritorno, media fantastica anche cestisticamente parlando) per un avversario allo sbando a San Siro e troppo molle alla Veltis Arena. La missione impossibile alla fine si rivela tale e si conclude nel peggiore dei modi, con un’eliminazione nata otto giorni fa e legittimatasi stasera. Dal fondo non ci si può che rialzare. È questa la nuova missione nerazzurra.
[Fabio Costantino – Fonte: www.fcinternews.it]