Venne accolto all’aeroporto di Fiumicino da una folla che non si vedeva da tempo, alla domanda se si sarebbe colorato i capelli di biancoceleste, Cisse rispose: “Solo quando avrò fatto sul campo qualcosa di significativo”. Era partito alla grande –come riporta il Corriere dello Sport, a firma di Fabrizio Patania- con gol a grappoli nelle amichevoli, altre quattro in tre partite ufficiali, poi si è fermato al rigore realizzato a metà settembre contro il Vaslui, non segna da 12 partite. Il tatuaggio in onore della Lazio dovrà ancora attendere: ha in mente di tatuarsi l’aquila, ma solo se lascerà il segno.
TATUAGGI – Cisse ha il corpo interamente ricoperto di tatuaggi, per la precisione quaranta e stanno a testimoniare i passaggi più importanti della sua vita. Sulla spalle ha impresse le ali dell’Arcangelo Gabriele da cui ha preso il nome (Djibril in arabo significa Gabriele). Ha anche tatuati i nomi di sua moglie, Jude, ed i suoi quattro figli (Prince Kobe, Markey Jackson, Cassius e Ilona Celeste), tre dei quali avuti da un’altra donna. Sulla sua spalla sinistra, ha un omaggio a Sid Vicious, cantante dei Sex Pistols “Too fast to live, too fast to die”, sul gomito ha disegnato la tela di un ragno, che sta a simboleggiare lo stop forzato dopo i due tremendi infortuni che ha subìto. Ha inoltre cinque stelle sul braccio in ricordo della Champions League vinta con il Liverpool nel 2005, sulla coscia destra ha il trifoglio, simbolo del Panathinaikos. Ora alla Lazio sta attraversando un periodo difficile, non sta trascinando la squadra come vorrebbe e come la gente si aspetterebbe da lui. Contro il Napoli deve ricominciare a bucare le reti, per poi trovare uno spazio libero sulla sua pelle dove stampare l’aquila della Lazio.
[Ivan Pantani – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]