Inter-Bayern: sogno contro ossessione…

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E giunse il momento. Cuori tremolanti e menti pervase da dolcissimi ricordi, guarniti dal fibrillante inno di Tony Britten che tante ineffabili sensazioni suscita in pochi secondi. Riassaporare certe emozioni? Una auspicabile speranza.

Notte di Champions e di campioni. Non sarà comunque una rivincita. I tedeschi, volenti o nolenti, se ne faranno una ragione. Il Bayern Monaco, assetato di vendetta, non potrà mai sopire il dispiacere per la finale del 22 maggio che laureò l’Internazionale campione d’Europa. Stasera sarà un’altra storia, un’altra vita: Leonardo al primo bivio stagionale. Le due squadre inebriate dai trionfi della passata stagione hanno vissuto un avvio della nuova incredibilmente similare. L’interregno funesto di Benitez ormai un soffuso ricordo. Per i bavaresi retaggi imprevisti ma fisiologici che hanno comunque compromesso la corsa alla Bundesliga, ormai lontana tredici punti. Le finaliste di Madrid ancora di fronte l’una all’altra . Il campionato tra tabelle, scintille, calcoli algebrici, insinuazioni, chiuso momentaneamente in un cassetto.

I vice-campioni d’Europa in carica si presentano a Milano in netta ascesa. Recuperati gli indispensabili Robben e Ribery, la squadra di Van Gaal sembra aver di colpo riassestato la trebisonda. Un ottavo di finale durissimo per l’Inter. La squadra nerazzurra non è più quella dello scorso anno, per il semplice fatto che il tempo comunque muta interpreti, situazioni e contingenze. La sofferenza provata sabato per avere la meglio sul coriaceo Cagliari, non deve comunque riecheggiare come il classico campanello d’allarme. Il tour de force a cui è stata costretta l’Inter il Mondiale per club non ha lasciato pause: 13 partite in 45 giorni. Un fatica doverosa e necessaria per scacciare gli aloni di disfattismo e tetraggine che avevano accompagnato i campioni di tutto dai primi giorni di novembre fino alla partenza per Abhu Dhabi.

Questi dentro o fuori imperniati sui 180 minuti lasciano molto spazio all’immaginazione e poco agli errori. Nel coacervo di positività che accompagna l’avvento di Leonardo resta comunque il tarlo di una fase difensiva che troppo spesso lascia a desiderare. E se l’intenzione e quella di concedere il bis ai tedeschi non si può non prescindere da questa condicio sine qua non . Stasera i nerazzurri dovranno sfruttare e interpretare certosinamente ogni singola fase di gioco. Il Bayern Monaco è vulnerabile quando viene aggredito e da queste basi deve nascere l’approccio alla partita. I tedeschi quando prendono in mano il pallino del gioco, invece, rappresentano un collettivo armonioso, intenso, impartito solertemente dall’integralista Van Gaal, ma inguaribilmente imperfetto. Coniugare e alternare l’aggressività alla compattezza: questa la problematica ma imprescindibile combinazione per volare in Germania tra tre settimane e giocarsi la qualificazione. In caso contrario, saranno rigorosamente vietati voli pindarici e sperticato ottimismo.

Naturalmente un discorso molto più facile a livello squisitamente teorico. Tatticamente parlando, considerando gli interpreti disponibili sarebbe auspicabile un 4-3-2-1 con Eto’o unica punta. Il numero degli attaccanti non esprime necessariamente l’atteggiamento che una squadra dovrebbe imporre. Un reparto nevralgico rimpolpato da uomini come Cambiasso, Stankovic, Thaigo Motta, Sneijder fortissimi negli inserimenti con e senza palla. Un grimaldello che potrebbe scardinare il punto debole, palese della compagine teutonica: la fase difensiva, e la debolezza individuale dei suoi interpreti. Il manba camerunense libero di svariare come ultimo puntello : galleggiare nella spesso sprovveduta linea tedesca, creando sconquassi deflagranti.

Più di una minaccia per il calcio totale del protervioso Van Gaal che nelle dichiarazioni di vigilia a confermato la consueta spocchia e una preparazione sull’avversario ai limiti del grottesco. Da non sottovalutare innesti in corso come Nagatomo e Pandev che schierati larghi potrebbero far variare modulo per un altrettanto intrigante 4-2-3-1 che vada ad accorciare e raddoppiare il gioco delle coppie che spesso si sviluppa sulle fasce dei bavaresi. Sulle capacità propositive dei campioni di Germania poche storie: individualità importanti come Robben, Müller, Ribery, Gomez, Schweinsteiger non hanno bisogno di presentazioni: brutti clienti da limitare.

Piccola digressione. Gli atavici errori arbitrali, fonte di vita per quelle trasmissioni tronfie di populismo e pretestuosità. Comparazioni, quasi simbiotiche, tra le partite delle milanesi per giustificare la liceità del campionato. Sarebbe opportuno però, se si vuole mantenere una parvenza di credibilità agli occhi dell’opinione pubblica, documentare oltre alla rete in fuorigioco che ha permesso all’Inter di guadagnare tre punti, il calcio di rigore, altrettanto clamoroso, per l’atterramento di Thiago Motta. Episodio tra l’altro che cronologicamente va inserito prima dell’irregolare vantaggio nerazzurro. Mi permetto questo piccolo ritorno al passato tra una quisquilia e l’altra, per onore di cronaca, stanco degli stucchevoli teatrini preconfezionati a cui ho avuto modo di assistere: una forma personale di inguaribile masochismo. Ma questa è un’altra storia, un altro film. Stasera riavvolgete il nastro e tra fantasia e realtà potreste incappare in un’altra bellissima avventura. Che magari inizierà con i colori del cielo e della notte..

[Maurizio Libriani – Fonte: www.fcinternews.it]