CONTRO
1) Innanzitutto l’età. Fosse arrivato un paio di anni fa sarebbe stato più logico. L’intenzione di svecchiare la rosa non prevedeva la cessione di un 28enne (Pazzini) in favore di un 30enne. Ma il mercato offre occasioni che non ti permettono di rifletterci troppo su.
2) Il precedente di natura fisica che lo ha colpito pochi mesi fa, esattamente lo scorso 29 ottobre 2011, quando una sofferenza cerebrale su base ischemica ne ha messo a serissimo rischio non solo la carriera, ma la salute. Poi, il ritorno in campo ad aprile, fino alla convocazione in nazionale per gli Europei dove, pur non rimanendo mai in campo per 90 minuti, è sempre stato un punto fermo di Prandelli. Le visite mediche danno garanzie, ma resta da valutare la sua condizione fisica/ autonomia di calciatore. Non certo il profilo di un atleta olimpionico, dunque.
3) Questione puramente tattica: l’Inter cercava un vice Milito, ergo una prima punta capace di agire su tutto il fronte offensivo. Cassano è bravissimo in tutto dalla trequarti in su, ma non è una prima punta. Piuttosto una seconda, al massimo un trequartista in grado di agire anche sull’esterno. Ma in rosa ci sono già Palacio, Coutinho e Avarez con questo profilo e l’arrivo del barese rischia di togliere spazio soprattutto al giovane brasiliano, visto che el Trenza è inamovibile.
4) I costi. Dallo scambio con Pazzini la dirigenza ha ottenuto anche quasi 8 milioni, ma il contratto biennale offerto a Cassano prevede 3 milioni netti a stagione, più di quelli dovuti all’attaccante toscano anche se con un anno in meno di durata. Tanti, alla luce della strategia di riduzione degli ingaggi intrapresa dal club, che si è liberata di alcuni troppo pesanti per alleggerire il bilancio. Se Fantantonio avesse guadagnato di meno, forse si potrebbe parlare di colpo anche finanziario dell’Inter.
PRO
1) Il talento. Non si discute, Cassano è tra i calciatori italiani più apprezzabili da questo punto di vista. Con i piedi è in grado di fare qualsiasi cosa e agli Europei ha dimostrato di potersi mettere senza problemi, pur con scarsa autonomia, al servizio della sua squadra. Il nome è già un biglietto da visita, stiamo parlando di un campione.
2) La duttilità. Come sottolineato in precedenza, Cassano non è una prima punta, quella che serviva come vice Milito. Ma dietro la prima punta, è in grado di agire ovunque. Esterno o trequartista, a volte unica punta (in passato gli è successo), può integrarsi bene con i colleghi di reparto e dai suoi piedi può nascere qualsiasi cosa.
3) La disponibilità. Cassano, firmando per l’Inter, è consapevole di non essere una prima scelta. Vuole mettersi a disposizione di Stramaccioni, con il quale c’è già feeling, aspettando la sua occasione. Buon segno da parte di un giocatore abituato a essere una prima donna, visto che all’Inter, oggi, nel suo ruolo si ‘soffre’ di abbondanza. Partendo dalla panchina, Fantantonio potrebbe essere un lusso in grado di cambiare le partite.
4) Il legame storico con l’Inter. Non è un mistero, il 30enne barese è da sempre, dichiaratamente, tifoso interista. I primi passi su un campo di calcio li ha mossi proprio nella Pro Inter, poi la grande vetrina nazionale Nel 1999 quando, con la maglia del Bari, stese la squadra allora allenata a Lippi all’88esimo con una magia, dando inizio alla sua epopea fatta di grandi colpi e sciocchezze, le cosiddette cassanate. Facile, per lui, dunque, dire subito sì all’Inter, consumando un matrimonio che desiderava da sempre.
[Fabio Costantino –
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