La nostra mediana è composta perlopiù da elementi di rottura, frangiflutti delle manovre avversarie, che però quando si tratta di impostare mostrano tutta la loro inadeguatezza. Lo si è visto chiaramente proprio contro il Grifone, quando il centrocampo era ridotto davvero ai minimi termini e ha provato a sacrificarsi il buon Walter Gargano che però ha dato il meglio solo in fase di recupero ma davanti al ribaltamento del gioco ha fatto capire di essere elemento fatto di tutt’altra pasta. Non si può aspettare Stankovic in eterno (anche considerando l’età), la soluzione Sneijder è sì affascinante ma poco praticabile perché, escludendo tutta la vicenda legata al suo rinnovo, l’olandese predilige ben altra posizione. E a voler proprio essere puntigliosi, nemmeno il giovane Andrea Poli aveva forse le caratteristiche idonee, o almeno Stramaccioni non l’ha mai pensata così.
L’ammissione del tecnico interista dopo il pareggio di sabato è importante: un giocatore di questo tipo serve eccome, specie quando si affrontano certi tipi di partite, davanti a delle difese ermetiche, dove l’uomo in grado di fare la differenza è quello capace di mandare la palla un po’ più in là, quello in grado di innescare le punte che altrimenti finiscono col trovarsi irrimediabilmente isolate. E siccome partite di questo tipo l’Inter certamente ne dovrà affrontare ancora, ecco che la risorsa regista va scovata assolutamente. Ovvio, a questa necessità corrisponde anche un rischio, ovvero quello di prestare il fianco alle possibili speculazioni di chi, sapendo delle esigenze dell’Inter, può approfittare cominciando ad alzare l’asticella del prezzo e creare intralci nei piani degli uomini di mercato.
Ma l’innesto del playmaker è necessario anche perché consentirebbe a Stramaccioni la definitiva conversione ad un modulo, il 3-5-2, che sin qui si è rivelato quello più idoneo alle caratteristiche della rosa attuale (e che ha fatto anche le fortune della Juventus di Conte, tanto per fare un esempio). Del resto, di mediani in grado di coprire le spalle al giocatore di manovra, come abbiamo avuto di dire, ce ne sono eccome, quindi il mosaico si completerebbe a dovere. Per cui, qualunque sia il nome, dal sogno (irrealizzabile) Verratti all’ultimo spiffero legato a Gaetano D’Agostino, la realtà è sotto gli occhi di tutti: questa Inter, per ripartire, ha anche e soprattutto bisogno di chi prenda posto e dica: “Ciak, si gioca!”.
[Christian Liotta – Fonte: www.fcinternews.it]
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