La giornata di ieri sarà scolpita per sempre nella storia della nostra Inter. Dopo 18 anni di presidenza il nostro “primo tifoso” Massimo Moratti cede la maggioranza della società, dando inizio al nuovo corso dell’indonesiano Erick Thohir. Il nuovo proprietario entrerà con il 35% in società, mentre i suoi soci Roeslani e Soetedjo avranno il 17% – ciascuno – da gestire nel Consiglio di Amministrazione -. Parlando di cifre, invece, la quota che entrerà nelle casse di Moratti sarà di poco superiore ai 250 milioni di euro.
Per quanto riguarda, invece, l’aspetto tecnico, tanti tifosi nerazzurri in queste ore staranno ripercorrendo i momenti più belli, quelli più emozionanti e, perché no, anche quelli più tristi e dolorosi. Momenti, magari, abbinati a giocatori che hanno fatto sognare con i loro gol, le loro giocate, le loro “chiusure” e le loro parate, diventando dei veri idoli e simboli per il popolo interista. Tantissimi campioni e fuoriclasse assoluti – il patron è sempre stato un “buon gustaio”, non c’è dubbio – ma non sono mancati anche i flop, giocatori venuti all’ombra della Madonnina dipinti come fenomeni, accompagnati da tanta fama ed entusiasmo per poi rivelarsi dei colpi fallimentari, a volte anche molto costosi.
Ecco quindi due formazioni stabilite proprio sulla base di quello che abbiamo appena spiegato: nella prima i campioni che saranno per sempre indimenticabili nei nostri cuori, mentre nell’altra una squadra composta da coloro che non hanno lasciato il segno a Milano, per un motivo o per l’altro.
Porta al sicuro con acchiappasogni Julio Cesar – indimenticabile la sua parata su Messi al Camp Nou di Barcellona – mentre la coppia centrale Lucio-Samuel e il Colosso Maicon terzino destro completano lo “zoccolo duro” della retroguardia. A sinistra troviamo un vero rimpianto: quel Roberto Carlos che abbiamo potuto ammirare per così poco tempo sulla fascia sinistra. Centrocampo di quantità e qualità con la coppia argentina Pupi Zanetti-Brujita Veron, mentre nel reparto offensivo troviamo – probabilmente – il meglio degli ultimi anni: l’efficacia del Principe Milito, la velocità e l’intelligenza tattica del Re Leone Eto’o, la potenza del Fenomeno Ronaldo il genio di Ibrahimovic. Uno spettacolo. Allenatore? Chi se non lo Special One, il condottiero José Mourinho.
Il rovescio della medaglia propone giocatori “tristemente” ricordati dagli interisti, e altri – forse – dimenticati dai più: in porta Carini, arrivato ad Appiano dopo un infelice scambio con Fabio Cannavaro e praticamente mai visto in campo. Difesa formata da Domoraud (periodo “lippiano”) e Sorondo, sulle corsie esterne Cirillo – arrivato dalla Reggina in cambio di 13 miliardi di lire – e Gresko, “eroe” di quel famoso 5 maggio ’02. Coppia difensiva davanti alla retroguardia formata dall’illusorio Farinos e dal brasiliano Vampeta, mentre sulla trequarti la scelta è caduta sul trio Quaresma-Morfeo-Kily Gonzalez. Il primo, strapagato e mai amato dal popolo nerazzurro, il secondo un “artista” mai espressosi come poteva e il terzo, l’esterno fortemente voluto da Cuper che ha lasciato solo rimpianti. Punta, quel Keane arrivato con Lippi per 31 miliardi di lire e partito dopo l’avvicendamento in panchina con Tardelli, per poi esplodere altrove. Allenatore – seguendo i consigli dell’ultimo libro del capitano – proprio Marco Tardelli, senza aggiungere altro, evitando di ricordare quale sia stata la sua “partita”…
L’INTER MIGLIORE (4-2-3-1): Julio Cesar, Maicon Lucio, Samuel, Roberto Carlos, Javier Zanetti, Veron, Ronaldo, Ibrahimovic, Eto’o, Milito. A DISPOSIZIONE: Pagliuca, Cordoba, Materazzi, Simeone, Stankovic, Sneijder, Vieri, Baggio. ALLENATORE: José Mourinho
L’INTER PEGGIORE (4-2-3-1): Carini, Cirillo, Sorondo, Domoraud, Gresko, Vampeta, Farinos, Quaresma, Morfeo, Kily Gonzalez, Keane. A DISPOSIZIONE: Frezzolini, N. Rivas, Brechet, Gilberto, Luciano, Choutos, Hakan Sukur. ALLENATORE: Marco Tardelli
[Francesco Fontana – Fonte: www.fcinternews.it]