“L’Inter è in calo di risultati rispetto alle scorse stagioni, in cui ha vinto tutto”. E’ il parere inconfutabile di un noto giornalista televisivo – non ci voleva uno scienziato, direbbe il vecchio Mou – che però si sbaglia quando dice che gli uomini di Leo, dopo aver perso sul campo di un’Udinese assatanata che sbrindellerebbe qualunque difesa si trovasse di fronte, si ritrovano oramai tagliati fuori dalla lotta per il titolo. Io dico no.
I nerazzurri, a 6 punti dal Milan e con la gara di Firenze da recuperare il 16 del mese prossimo, sono ancora in piena corsa verso il tricolore. Certo è che il distacco dai cugini influisce il doppio su ogni passo falso compiuto. Troppi quelli fatti nel girone d’andata con Benitez al timone della barca – Brescia, Lecce, Roma, Chievo, e chi ne ha più ne metta -, ecco perché, per un’Inter che è tornata a convincere e a macinare risultati tra le mura amiche del ‘Meazza’, occorrerà anche la cura per un ‘mal di trasferta’ intravisto dalla sbornia post-triplete. Non c’è dubbio che, dall’avvento del traghettatore spagnolo, la squadra non sia più prorompente come una volta quando gioca lontano da Milano.
Andando a spulciare gli esordi stagionali, alla disfatta di Montecarlo contro l’Atletico Madrid hanno fatto seguito 10 punti nelle prime 5 gare esterne di campionato, mentre poi si sono registrate delle vere e proprie falle: solo una vittoria, un pareggio e tre sconfitte nei successivi 5 incontri esterni. Messo il Mondiale in saccoccia, l’Inter è salita sulla scialuppa di salvataggio di Leonardo, passando ancora in svantaggio a Catania, ma riuscendo a portare a casa caparbiamente il successo grazie all’uno-due firmato Cuchu. Domenica scorsa è invece naufragata al Friuli, ma questa squadra, come ha dimostrato in settimana al San Paolo di Napoli, adesso ha imparato a nuotare. Tra due giorni a San Siro ci sarà l’incontro col Palermo e anche i rosanero non se la passano benissimo lontano dal ‘Barbera’, dove invece continuano a mietere illustri vittime e sono a caccia del record di vittorie casalinghe consecutive, già eguagliato nello scorso turno.
Dopo i rosanero, Leo dovrà remare in vista di un febbraio burrascoso e fitto di ostacoli quali Roma, Juventus, Fiorentina e Bayern. Il brasiliano sa bene che se la squadra in questo mese riuscirà a rimanere a galla nella rincorsa allo scudetto, si arriverebbe ad un marzo cruciale che vedrà il Milan impegnato a Torino e a Palermo, giornate in cui l’Inter può davvero farsi strada tra i piani alti del tabellone. “Per ora non vedo partite decisive”, aveva dichiarato il mister dei nerazzurri, invece aprile si aprirà con il 274° Derby della Madonnina, match in cui potrebbero essere regolati definitivamente i conti, non solo tra il tecnico e i suoi vecchi colori…
Una sfida molto ardua attende quindi d’ora in avanti il dottor Leonardo, che dovrà lavorare non solo sulle gambe dei giocatori, in vista dei molteplici impegni ravvicinati, ma anche sulla testa, cercando di eliminare dai pensieri dei suoi ragazzi lo spettro della classifica e le idee di rincorsa. Troppe volte, infatti, quando si parla di rimonte, si rischia che il concetto si tramuti in un’ossessione (vero José?). Inutile parlare di arbitri e polemiche facendo crescere ulteriori tensioni tutt’altro che produttive. Stavolta non è l’Inter a comandare, come invece accadeva con lo Special, quindi il nervosismo, parola chiave usata dal brasiliano nella conferenza stampa pre-Napoli, non dà forza e va messo da parte. La rincorsa ai cugini va fatta partita dopo partita, con la giusta concentrazione e la dovuta serenità, senza la paura di affondare.
[Daniele Alfieri – Fonte: www.fcinternews.it]