PRIMA IPOTESI: Rispetto alla scorsa stagione l’Inter ha migliorato la sua posizione in classifica, centrando con una giornata d’anticipo un quinto posto che le pemetterà di disputare i playoff per l’Europa League a fine agosto. Scongiurato il pericolo dei preliminari e tournèe americana salva, come i soldi che entreranno in cassa per disputarla. Il tecnico toscano ha poi ottenuto il massimo da una rosa non eccelsa tecnicamente in un periodo storico complicato, coincidente con il passaggio di proprietà che ha inevitabilmente influito anche sul rendimento della squadra. Mazzarri ha poi valorizzato giocatori che sembravano improponibili a San Siro come Jonathan e lo stesso Alvarez, decisivo soprattutto ad inizio stagione quando galleggiava a ridosso dell’unica punta, Palacio. Altro indizio a favore della conferma di Mazzarri, la quasi assenza di infortuni muscolari che invece hanno scandito impietosamente le precedenti stagioni interiste, anche quando erano vincenti. La squadra ha pareggiato 15 volte: tanto, troppo, ma anche perso relativamente poco: sette volte. Ha quindi una solidità di base, mancata nel post-tempi belli. Mazzarri è un gran lavoratore che cerca di fare la sua professione con il massimo impegno e merita una seconda chance dopo aver concordato la campagna acquisti con la società. Infine ha un contratto biennale oneroso e l’Inter nel libro paga ha ancora Stramaccioni.
SECONDA IPOTESI: Walter Mazzarri sarà anche un bravo allenatore, ma per squadre senza grandi ambizioni. Quindi non è da Inter. Anche nella sua migliore stagione a Napoli, pur vincendo la Coppa Italia e arrivando secondo, non ha mai lottato veramente per lo scudetto. In squadra aveva Cavani, Lavezzi e Hamisk, lui dice di averli trasformati in campioni, in realtà soffriva la loro personalità. All’Inter ha imposto la difesa a tre che ormai in Europa non applica più nessuno e infatti anche la Juventus ha pagato fuori dalle modeste mura amiche. Ha mostrato insofferenza con i più giovani, tenendo in panchina per troppo tempo un talento assoluto come Kovacic e un bomber come Icardi, trincerandosi dietro l’alibi degli infortuni. Ma Kovacic si era infortunato in estate, Icardi ha visto la luce solo dopo il duro verdetto del campo riguardo Diego Milito. Mazzarri è monocorde, non inventa niente durante la gara, la squadra gioca sotto ritmo nonostante sia strutturata per il contropiede e specialmente in casa, la palla non scorre quasi mai fluida. Walter Mazzarri è antipatico, pensa sempre che una mancata vittoria sia colpa di altri e sembra centrare poco con l’interismo.
Ora qualcuno si chiederà come la pensi io. Prima o seconda ipotesi? Pollice alto o pollice verso? Vi confesso una cosa: ancora non lo so.
[Maurizio Pizzoferrato – Fonte: www.fcinternews.it]
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