Partiamo da un quesito: avete visto l’Inter tanto profetizzata da Van Gaal, quella che pensa solo a difendersi, quella che il tecnico olandese ha visto, bontà sua, anche nella sera della finale di Madrid? Parlando a titolo personale, io questa Inter modello linea Maginot, almeno per buoni tratti di gara, non l’ho proprio notata.
Chiaro, forse il Bayern in certi momenti ha assunto la titolarità del gioco a centrocampo specie nella ripresa, creando molta pressione e inducendo i nerazzurri a diversi errori nella zona nevralgica. Ma se parliamo di occasioni da gol avute nel corso dei novanta minuti, legni colpiti da Ribéry e Robben a parte, allora la pagina va completamente girata. E buon per lo stesso Van Gaal parlare di sorpresa nell’aver visto un’Inter giocare così (e per Rummenigge parlare di fortuna in occasione del gol).
Poteva essere una partita ben diversa, soprattutto nel risultato, è inutile girarci intorno: sin dal primo minuto di gioco, quando Ranocchia, sostanzialmente molto positivo anche in questa serata (a proposito: incrociamo tutti le dita, anche se le ultime novità sembrano scongiurare gravi complicazioni) si è coordinato male sulla punizione di Sneijder mancando l’impatto col pallone. Quello era forse un timido segnale, divenuto poi un campanello d’allarme quando Cambiasso, a tu per tu con l’ottimo Kraft, gli calcia in bocca praticamente da zero metri.
Sì, poteva essere tutto un altro match, e se guardiamo alla ripresa i rimpianti addirittura aumentano, specie quando il “Cuchu” manca quello che generalmente è il suo pane, ovvero il tap-in vincente sul tiro di Eto’o sparando alle stelle. E poi Eto’o che si vede rimpallare un tiro da fuori area, Sneijder che trova la deviazione della barriera su calcio di punizione, Motta e Kharja che esaltano i riflessi di Kraft. Tanto, troppo spreco, per non aspettarsi un fulmine a ciel sereno.
Che puntualmente, gli dei del pallone scagliano sul prato di San Siro al minuto 89 e 34 secondi, quando Julio Cesar, forse nell’unico intervento serio di tutto l’incontro, respinge goffamente servendo a Gomez su un piatto d’argento la palla che finisce beffarda in fondo al sacco gelando i tifosi nerazzurri. E ad un tratto, iecheggia un vecchio brano degli 883 dell’interista Max Pezzali, quello che più o meno fa così: “E’ la dura legge del gol, fai un gran bel gioco però…”, anche se qua non si è trattato di non avere difesa, quanto di aver beccato gol alla prima vera opportunità degli avversari. Il Bayern ottiene la terza vittoria in tre gare coi nerazzurri a San Siro, rendendo complicata, molto complicata la strada verso il passaggio ai quarti di finale. Ma soprattutto, aumentando ancora di più i rimorsi per quanto è stato buttato al vento e inesorabilmente pagato.
Per tutto il mondo nerazzurro, questa è indubbiamente la notte dei rimorsi e dei mea culpa, più che dei cattivi pensieri. Ma l’importante è che al risveglio ci sia già la voglia di riscattare questa serata di luna storta, sin dalla prossima gara di campionato con la Sampdoria. Testa bassa e lavorare, perché anche in Champions, così come in Serie A, la strada è in salita ma non è un muro invalicabile, è chissà che proprio dalla corsa scudetto non arrivino gli stimoli giusti per tentare il colpo grosso all’Allianz Arena.
[Christian Liotta – Fonte: www.fcinternews.it]
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