Nella vita, e dunque, nel calcio si sbaglia. In Italia più che altrove. Prendiamo il campionato e le squadre di maggior grido. Partendo, ovviamente, dalla primatista. L’osservazione più banale: è la stessa dell’anno scorso. Osservazione banale bis: vincerà tutto di nuovo. Il calcio non è così. I giocatori sono gli stessi esteriormente, ma nella testa? Nella testa sono altri, l’opposto, qualche volta, di ciò che sono stati. Possono non averne più voglia. Possono sentirsi stanchi e appesantiti dalle medaglie. Situazioni psicologiche che si ripercuotono nel fisico: si fanno male più facilmente gli atleti scontenti e quelli che non fanno una bella vita.
Fateci caso: Maicon, Sneijder e Milito sono ancora in vacanza o hanno la testa a Madrid. Lucio e Samuel frequentano assiduamente la sala d’aspetto. Se non ci fossero Stankovic e quel fenomeno di Eto’o (che gioca per far dispetto a Mourinho), l’Inter se la passerebbe male. E non abbiamo parlato di Benitez, che è notoriamente l’opposto del predecessore. Qualche giocatore ha accolto il suo arrivo con la stessa felicità che contraddistingue gli alunni nel momento in cui in aula entra il supplente: festa!
La Roma ha fatto lo stesso ragionamento dell’Inter: alla squadra seconda l’anno scorso aggiungo qualche giocatore e così arrivo prima. La Roma, rispetto all’Inter, ha tenuto anche il tecnico. Guardate il risultato. I calciatori non si riconoscono: un anno fa giocavano per far dispetto a Spalletti, ora fanno solo dispetti a se stessi. Ranieri è stato unico e geniale nel rimettere in moto un’auto spenta. Adesso deve inventare un prototipo e si sta perdendo. Conclusione per Inter e Roma: forse le squadre si devono cambiare. Per dare sprint e stimoli all’ambiente. La prima e la seconda d’Italia hanno ragionato all’incontrario. L’Inter, addirittura, ha venduto la sola alternativa di assoluto prestigio: Balotelli.
Il Milan ne ha pensata un’altra: la nostra è una formazione di qualità e di spettacolo. Qualità invecchiata e spettacolo conosciuto. Anziché cercare il gioco, che per molti rappresenta una chimera, noi del Milan puntiamo sul più grande violinista del mondo: Ibrahimovic. Con lui, che vuole giocare tutti i palloni, di sicuro cambiamo. Visto che ci siamo, prendiamo anche Robinho, un altro solista. Il risultato è evidente ed elettrizzante: quando il Milan attacca e l’avversario si fa piccolo, è una bellezza. In caso contrario, tutto è possibile. E l’incognita, figlia di un mercato ancora da valutare appieno, è questa: chi gioca se si fa male un difensore centrale? In sostanza: lunga vita a Nesta.
La Juve ha cambiato tutto. Non si può dire che Marotta sia stato con le mani in mano. Al suo posto avremmo comprato solo tre campioni e altri tre ne avremmo presi l’anno prossimo, ma i risultati ottenuti sin qui ci obbligano a frenare: e se avesse ragione lui? Però restano interrogativi tecnici: i terzini sono all’altezza? Bonucci e Chiellini sono una coppia? Possiamo rigirare le domande: Del Neri è bravo sino al punto da formare una difesa imperforabile con gli elementi a disposizione?
La rivelazione viene da Napoli. La squadra corre e lotta che è una meraviglia. E davanti ha tre giocatori imprendibili. Correrà sempre? Speriamo di sì: il pubblico lo merita. Però una domanda al presidente è doverosa: un difensore e due attaccanti non si potevano prendere? Per ovviare alle assenze e permettere a Mazzarri di fare qualche sostituzione. Questa sembra una stagione nata bene: non vorremmo che venisse gettata perché De Laurentiis si è messo a imitare Paperone.
[Roberto Renga – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]
Calciomagazine ® 2005 - 2024 - Notizie Calcio supplemento al Giornale Online L'Opinionista
p.iva 01873660680 Testata giornalistica Reg. Trib. di Pescara n.08/08 dell'11/04/08 - Iscrizione al ROC n°17982 del 17/02/2009
Calciomagazine sui social - Redazione - Privacy Policy - Cookie Policy