Alla base di tutto, potrebbe esserci l’insoddisfazione per l’andamento della stagione del team del Daghenstan. La squadra del magnate Kerimov, partita con l’ambizione dell’accesso in Champions League, attualmente è settima, preceduta da club come lo Spartak Mosca, il Cska, la Dinamo, la Lokomotiv e il Rubin Kazan, a meno otto punti dalla seconda e meno sei dalla terza, posti che garantiscono l’accesso nell’Europa che conta. Se a ciò sia aggiungono l’astinenza da gol (ultimo gol segnato il 27 novembre e zero gol nelle ultime quattro gare, dopo la ripresa) e le continue critiche per le non perfette condizioni dei terreni di gioco, Mosca non sembra più quell’isola felice presentatagli la scorsa estate dall’entourage dell’Anzhi.
Milano, città che Samuel non ha smesso mai di visitare, ha sempre quel fascino particolare e il camerunese comincia a porsi alcuni interrogativi sulla scelta di vita e sulla scelta tecnica, fatte in agosto. I primi dubbi sulla scelta tecnica sono proprio quei segnali che l’Inter attende. Chiaro che i nerazzurri non possono permettersi di riacquistarlo, ma se fosse Samuel in persona il primo a dire basta, Moratti avrebbe qualche chance in più per riportare alla base un campione che in questa stagione ha lasciato un vuoto immenso. Ovviamente a costi molto meno esosi.
[Alessandro Cavasinni – Fonte: www.fcinternews.it]
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