Di questo passo l’ossessione terzo posto rimarrà tale, perché in questo momento l’Inter non vale né il terzo né il quarto posto. Meglio andare più in giù in classifica per trovarle una collocazione consona. Davvero un peccato, considerando il valore di questo campionato, decisamente povero. Una buona squadra come la Juventus lo ha praticamente già in tasca dopo 28 giornate e in quattro-cinque squadre virtualmente si contendono le briciole Champions. In questo momento considerare la squadra di Stramaccioni tra queste sarebbe fuori luogo. Con buona pace dell’obiettivo prefissato della società, il cui futuro dipende dai milioni che il torneo garantisce a chi se lo merita.
C’è poi il capitolo Stramaccioni. Male male. Le giustificazioni non gli mancano, la squadra a sua disposizione non è da terzo posto in questo momento e guai a chi sostiene il contrario. Ma sono troppi i giocatori che agiscono fuori posizione, impossibile che possano rendere. Nella sua testa, dall’esterno, sembra che governi la confusione e neanche gli accorgimenti della ripresa riescono più a influire almeno sul punteggio. L’aspetto peggiore in tutto ciò è che non sembra avere in tasca il jolly da pescare per invertire la rotta assolutamente negativa. La dirigenza lo protegge, ma credo ci sia tanto senso di colpa in queste parole rassicuranti. Ci si rende conto di aver mandato un agnellino nella tana del lupo e si tenta di rassicurarlo su una sorte che pare scontata. Poi mi auguro che Strama resti al suo posto in virtù di un grande finale di stagione, per far valere il tagliando di questa esperienza. Non deve essere lui il capro espiatorio.
Numeri alla mano, il Milan ha rosicchiato 17 punti all’Inter da novembre. E neanche San Siro può essere più considerato un punto di forza, dopo il crollo di poche ore fa. L’ultimo k.o. interno risaliva a settembre 2012, contro il Siena, la sconfitta della svolta. Ma il dato più sconfortante non è statistico, ma contestuale: questo gruppo sembra non averne più, neanche le rotazioni sortiscono effetti, anzi. Depauperano tecnicamente il poco di buono visto negli ultimi 4 mesi. Servirebbe una scarica elettrica, ma chi se ne prende carico? Pioli è sceso in campo con due punte e Diamanti, reparto offensivo da fare impallidire quello spuntato di Stramaccioni. E il Bologna in panchina aveva Pasquato e Moscardelli, tanto per gradire. Chi ha l’Inter? Lo stanco Palacio, l’istrionico Cassano e un Rocchi ormai datato. Vale il terzo posto? Guai a porre limiti alla provvidenza, però…
[Fabio Costantino – Fonte: www.fcinternews.it]
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