Smaltita la sbornia e finiti i botti di fine anno, oggi 2 gennaio c’è un’altra ricorrenza da festeggiare: l’inizio (semi)ufficiale del calciomercato invernale 2014, il primo sotto la gestione Thohir dopo 19 precedenti di cui si è occupato Massimo Moratti. Anche in questo caso sono previsti botti, ma non oggi. Probabilmente verso la fine di gennaio, periodo di saldi più o meno interessanti. In attesa di capire che fine farà Balotelli, e lo dico da semplice ‘interessato’ esterno, quello che mi preoccupa è soprattutto la campagna rafforzamento nerazzurra.
Innanzitutto, è giusto definirla così? Se l’arrivo di nuovi giocatori passa necessariamente dalla cessione di un big, ci si trova di fronte alla solita domanda: rinunciando al noto per l’ignoto, si potranno ottenere davvero dei vantaggi? Chi arriva in una squadra nuova, soprattutto se è l’Inter, non offre garanzie a meno che non si tratti di un vero top player, ma non è il nostro caso. Anche i curricula più interessanti rischiano di impallidire al cospetto della responsabilità di vestire il nerazzurro. Il nome più in voga, per finanziare il mercato in entrata, è quello di Fredy Guarin. Sembra che il colombiano piaccia tanto al Chelsea, usare il condizionale è d’obbligo. Ma sembra altresì che il Presidente non sia poi così sicuro di dare l’ok alla cessione del Guaro, colpito dalle ultime prestazioni ricche di qualità e impegno. Possibile, e scommetterei un euro, che Thohir chieda (meglio dire ‘pretenda da’) a Branca e Ausilio di cercare in altro modo i fondi per accontentare Mazzarri.
Impresa non dico difficile, ma quasi proibitiva se si getta lo sguardo sulla rosa nerazzurra, non certo abbondante per valutazione dei singoli. Se poi si considerano i giocatori sul mercato, il livello di preoccupazione cresce notevolmente. Dai possibili addii di Pereira, Belfodil, Kuzmanovic o Mudingayi quanto si pensa davvero di incassare? Senza offesa, nessun club oggi si svenerebbe per averli, ma consapevole del bisogno pecuniario dell’Inter tirerebbe al ribasso. Non è un mistero, dunque, che Guarin sia l’unico che goda ancora di una certa stima tangibile a livello internazionale. Per queste ragioni Branca e Ausilio stanno lavorando su alcune piste da concretizzare a basso costo, possibilmente in prestito. Peccato che oggi in pochi siano disposti a regalare i loro campioni (o arriva un titolare, o Mazzarri sta bene così) in cambio di una cambiale, e scusate il gioco di parole.
Non sono molto ottimista in questo momento, forse si capisce da questo ragionamento. Non credo infatti che una squadra possa essere rafforzata con investimenti bassi, a meno di un colpo di fortuna roboante. Aspettiamoci dunque la possibile conferma, con rinnovo del contratto, per Guarin e un paio di innesti che difficilmente sposteranno gli equilibri. Magari, poi, chi farà la differenza è già in casa. Non mi riferisco a Milito o Icardi, la cui disponibilità è acqua fresca per l’allenatore e per Palacio stesso, ma a un giocatore il cui arrivo all’Inter è passato sotto i radar e potrebbe rivelarsi un’arma in più. Mi riferisco a Ruben Botta, il cui trasferimento a Livorno, come stabilito in estate, non è ancora certo. Forse in queste ore i due club si incontreranno e decideranno di rispettare i patti, ma se così non fosse non escludo che Mazzarri possa trovare nell’ex Tigre la seconda punta che il mercato potrebbe non regalargli.
Io stesso ho chiesto, giorni fa, un parere al mister sul fantasista argentino. Mi ha risposto con parole edificanti nei suoi confronti ma anche manifestando la perplessità che non sia ancora pronto per l’Italia, anche se clinicamente il grave infortunio al ginocchio è ormai superato. Possibile che WM abbia ragione, i sudamericani non sempre fanno centro al loro impatto. Ma se Botta venisse integrato un po’ alla volta, magari con spezzoni di partita quando serve imprevedibilità, potrebbe rivelarsi una piacevole sorpresa. A parametro zero, aggiungo io. Lo ammetto, dopo il pessimismo in chiave mercato ora sono troppo ottimista alla voce Ruben Botta. Ma in assenza di budget per arrivare a un big, bisogna fare di necessità virtù e le più belle storie di calcio nascono proprio così, casualmente.
Questo classe ’90 ha un bagaglio tecnico eccezionale, magari è poco concreto e cattivo, ma in Italia certi diamanti grezzi, quando non spariscono di scena, diventano dei gioielli assoluti. Alla fine hanno solo bisogno di fiducia e di un’opportunità. Francamente, se all’Inter non arrivasse il Lamela o il Mata di turno (Lavezzi è una chimera), mi spiacerebbe veder Botta fare grandi cose in quel di Livorno, generando quella sensazione che in corso Vittorio Emanuele hanno purtroppo imparato a conoscere più volte: il rimpianto. Prevenire è meglio che curare, diceva uno spot qualche tempo fa. E un po’ di fiducia in certi giocatori non guasterebbe. Perché se a gennaio durante il mercato non ci saranno i botti, l’Inter potrebbe consolarsi con… Botta.
[Fabio Costantino – Fonte: www.fcinternews.it]