La difesa a tre e un centrocampo che riesce a supportare al meglio i tre giocatori offensivi sembra essere lo schema migliore e se, a questo aggiungiamo, una ritrovata grinta e convinzione dei propri mezzi allora possiamo proprio dire di essere sulla giusta strada.
Proprio così, ribadiamo: c’è ancora tanto da lavorare ma, adesso, possiamo sostenere che l’impostazione data al gioco è da considerarsi “sostenibile” dalle caratteristiche dei nostri giocatori. Piace la rinnovata sicurezza che riesce a garantire il nuovo assetto difensivo e, l’esplosione dell’assai promettente Juan Jesus rappresenta il tassello fondamentale. Anche Ranocchia e Samuel sembrano averne beneficiato: l’italiano ha trovato maggior consapevolezza e l’argentino può dedicarsi a un lavoro più di raccordo e di regia difensiva, migliorando così il proprio rendimento, rispetto alla più dispendiosa linea a quattro. Anche il centrocampo, grazie all’ausilio dei due esterni, riesce a garantire sia una maggiore copertura che la possibilità al fantasista di limitare al minimo sindacale la fase difensiva.
Ma, per la serie: “anche l’occhio vuole la sua parte”, ecco il bello del calcio. Lo spettacolo della “Premiata ditta” Milito-Cassano. L’argentino non è salito sul podio del “Pallone d’oro” solo perchè ha sbagliato troppi gol ma, in fatto di generosità, altruismo e giocate ha fatto davvero un partitone. Su Fantantonio invece che dire? Due le cose semplicemente geniali: 1) le sue giocate; 2) L’operazione di mercato che lo ha portato a vestire la nostra gloriosa casacca!
Quando penso allo scambio Cassano-Pazzini, più conguaglio a nostro favore di quasi otto milioni di euro, mi viene una sorta di paresi facciale per via delle grasse risate che ancora oggi mi faccio. Ma vi rendete conto? Otto milioni di euro e un calciatore che fino a oggi ha disputato in campionato 6 spezzoni di partite, per un totale di 400 minuti giocati e, oltre a segnare 4 gol è già stato in grado di produrre una quantità industriale di assist. Alcuni tramutati in gol, altri non finalizzati per colpe, anche macroscopiche, dei compagni.
Il tutto senza dimenticare che in attacco possiamo contare anche sull’ottimo Palacio e sull’interessante baby Livaja.
E c’è di più. Per giocare con il 3-4-1-2 abbiamo bisogno di un calciatore che sappia muoversi tra le linee di centrocampo e attacco. Il classico trequartista che sappia innescare al meglio le due punte, inserirsi e dialogare con i compagni più arretrati. Bene, in questa posizione possiamo finalmente sostenere di non essere più Sneijder-dipendenti ma, al contrario, di avere in Coutinho una valida alternativa. L’esperienza all’Espanyol lo ha migliorato tantissimo e, pur trattandosi di un piccolo diamante ancora grezzo sta dimostrando, partita dopo partita, di poter essere utile alla causa.
L’auspicio si è tramutato in qualcosa di concreto e (speriamo) di duraturo.
[Andrea Bosio – Fonte: www.fcinternews.it]
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