Lezione, scoppola, cappotto. Chiamatela come volete, il dato è che l’Inter torna da Firenze con zero punti e le ossa rotte. Rotte sia a livello morale che di classifica. Poteva essere la vittoria della rinascita definitiva e invece è stata una sconfitta tremenda, che riporta l’Inter indietro di due settimane. La Toscana, evidentemente, quest’anno non porta fortuna e, dopo il tracollo di Siena, ecco anche quello con la Fiorentina.
CALENDARIO FITTO – Nel post-gara, Stramaccioni si è subito preso le colpe della disfatta. “Non ho valutato a dovere il doppio impegno ravvicinato coppa-campionato, eravamo scarichi”. Plausibile, ma non esaustiva come spiegazione. Se da un lato infatti è vero che pure Napoli, Juventus e Lazio hanno faticato parecchio, dall’altro bisogna riconoscere che non basta parlare di stanchezza per spiegare tutto. Che a questo punto ci sarebbe stato il doppio confronto con il Cluj lo si sapeva dalla fine di dicembre. Si può certamente recriminare verso situazioni improvvise come il ko di Milito, ma non per impegni già ampiamente previsti. Per di più, come lo stesso Strama ha ricordato, questa è la quinta sconfitta stagionale in campionato dopo impegni europei: un’aggravante tale dato e non una scusante.
MERCATO INSUFFICIENTE? – Mourinho diceva: “Se un calciatore è professionista e fa vita da atleta, può giocare sempre e comunque”. Magari non sarà sempre così, ma il pensiero va condiviso in larga parte. Non è colpa del calendario se non si ha fiducia nei rincalzi: i vari Silvestre, Pereira, Jonathan, Rocchi e compagnia, attualmente, non sono alternative valide e anche per questo motivo i titolari vengono spremuti dal tecnico. Sul bilancio negativo di inizio 2013, inoltre, non ha giovato la lungodegenza di Samuel e il crac di Milito, proprio nel momento in cui la squadra sembrava poter tornare ai livelli che le competono. Ma anche questi restano alibi: pure con Milito, il parco attaccanti sarebbe stato decisamente scarno in numero e scelte. Senza il Principe, la situazione lì davanti si fa davvero critica.
LA SCELTA DEL MODULO – Come si temeva, la linea a 4 dietro ha riportato a galla vecchi difetti. Zanetti spinge poco e male; Nagatomo terzino non convince come quinto di metà campo; Ranocchia e Juan Jesus è un tandem che ha bisogno di maggior rodaggio se viene a mancare la copertura dell’esperto Samuel. A centrocampo ok gli innesti di Kuzmanovic e Kovacic, ma è chiaro che i continui mutamenti non favoriscono il loro inserimento. In attacco, infine, si è già detto tutto: Cassano è un lusso, Palacio non è una punta pura e Rocchi è lontanissimo da una condizione accettabile. Stramaccioni continua a cambiare e forse cambierà ancora nel derby. Magari tornerà la difesa a tre, con Cambiasso o Chivu in mezzo a Ranocchia e Juan. Di certo, a cambiare deve essere il risultato finale.
E SE SI TORNASSE PROVINCIALI? – Moratti è stato chiaro: ha difeso il tecnico e puntato il dito verso i giocatori. I problemi sono tanti, ma quello che più di tutto sembra mancare è proprio la consapevolezza in sé stessi. Occorre ritrovare fiducia, fame e voglia di soffrire da squadra. In Romania, Strama non potrà fare un turnover troppo ampio anche a causa delle ottuse regole Uefa che non hanno permesso più di tre cambi nella lista. Il compito principale del tecnico, quindi, sarà quello di modificare le teste dei suoi, convincerli che non sono quelli visti a Firenze. Magari tornando a essere umili e, perché no, un po’ provinciali.
[Alessandro Cavasinni – Fonte: www.fcinternews.it]