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Inter, il punto: perdere è diventata un’abitudine

Non è una novità. L’Inter perde, con tanti giovani in campo, con sfortuna e infortuni. No, non è proprio una novità. Alvarez che scivola calciando il rigore è l’ennesima immagine di una stagione storta. Arriva così la terza sconfitta consecutiva, dopo Palermo e Napoli. É questa la cosa più brutta: perdere è diventata un’abitudine. É da questo che si misura la deludente stagione dell’Inter. Poi basta guardare la classifica: l’Inter deve guardarsi le spalle, perché se viene superata dal Catania arriva nona in campionato.

Sfortuna e infortuni. Un copione già visto, troppe volte. Contro la Lazio Stramaccioni perde prima Jonathan e poi Ranocchia. Non ci sono ricambi, devono entrare due giovani come Benassi e Pasa. Benassi da terzino destro, pure fuori ruolo. E come se non bastasse, sono stati ammoniti Juan Jesus e Alvaro Pereira: erano diffidati, saranno squalificati e salteranno il Genoa. I problemi in difesa sono quindi allarmanti, mentre in attacco si proveranno a recuperare Palacio e Cassano. I numeri raccontano di una crisi che non si ferma: mai così tante sconfitte dal 1946/47, sei sconfitte nelle ultime sette gare, la Lazio che non vinceva a San Siro dal ’98, l’Europa che manca dopo 14 anni.

Numeri che non possono essere spiegati solo da sfortuna, infortuni ed errori arbitrali a sfavore. Ora in campo non va più una squadra che sa di poter vincere. L’Inter deve tornare a lottare per lo scudetto, a giocare la Champions: sono questi gli obiettivi per il futuro. É assurdo vedere un’Inter così a tre anni dal Triplete. É stato questo il messaggio mandato dalla Curva Nord, che chiede spiegazioni a Moratti. Ma nonostante tutto, sotto 3-1 in casa, ha continuato a sostenere la squadra. Le miti contestazioni che sono arrivate sono state civili e nei confronti della società. La squadra non è stata messa in disuscussione perché ha fatto il massimo. Ed è proprio questo che deve far riflettere. É questa una nota positiva in una serata nera come questa stagione: Moratti sa di poter contare sui tifosi, che sono sempre dalla parte dell’Inter.

Ma sa anche di non poter più sbagliare. Perché le promesse (arriveranno giocatori da Inter) vanno rispettate. E per farlo Massimo Moratti spera nell’arrivo di soci esteri e nello stadio. Solo così potranno cambiare le cose, anche a livello di mercato (difficilmente già da questa estate). Dopo che è naufragata la trattativa coi cinesi (eppure c’erano già le firme), il fronte più caldo ora è quello del gruppo indonesiano. I discorsi sono ben avviata e può essere la pista giusta. Servono soldi, il più presto possibile. Perché ora come ora è difficile immaginarsi un’Inter molto diversa da quella attuale nella prossima stagione. E’ stato toccato uno dei punti più bassi, per rialzarsi l’aiuto può arrivare dall’Indonesia, ma non solo. Moratti infatti vuole cambiare tanto, dalla società allo staff medico. Mentre Stramaccioni resterà se non saranno trovate alternative migliori. La società ha già sondato parecchie piste, perché l’intenzione era quella di esonerare l’allenatore a fine stagione e ripartire da un altro nome. Mazzarri, Spalletti e altre piste (quelle che piacevano di più) però si sono arenate, perché impossibili. I nomi rimasti, da Zeman a Zenga, non hanno convinto fino in fondo. Se ci sarà quindi la possibilità di arrivare a un nome che piace a Moratti, si cambierà. Altrimenti Stramaccioni sarà l’allenatore dell’Inter anche nella prossima stagione. A patto che l’unica abitudine sia quella più bella, alla vittoria.

[Guglielmo Cannavale – Fonte: www.fcinternews.it]

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