Faccio il milanese imbruttito nel traffico per una volta gettando al suolo la scuola del buon giornalista: direi anche basta! Sinceramente, prendendo come reale la possibilità di un nuovo scossone societario anche se non ne sono per nulla convinto, sono stufo di questo continuo saliscendi. Non si può vivere su un ottovolante, alla fine si sta male, si diventa verdi e si rigurgita tutto. Lo stomaco deve sopportare troppi sbalzi innaturali e il corpo si rifiuta di assecondarti nella tua ricerca dell’estremo limite. Basta!
I segnali sono stati già molto forti. Negli ultimi tre anni l’Inter è arrivata nona, quinta (giocando senza Europa e a soli 3 punti di vantaggio dal Milan, ottavo) e ora si trova al decimo posto senza ambizioni di qualificazione europea. Nel mezzo cambi di proprietà, presidente, società, allenatore e giocatori. Cambi che ovviamente vanno assimilati con il tempo e devono essere la base per un progetto di ricostruzione che doveva (o deve?!) essere quinquennale. É arrivato Thohir acclamato come il salvatore della patria e dei conti dell’Inter, con lui via tutti i “vecchi” in società e dentro i “nuovi” con la mentalità da imprenditori e con gli obiettivi ambiziosi ma concreti. Fuori Moratti, storia vincente dell’Inter, perché ormai era tempo di cambiare (parole sue non mie) e fiducia all’Indonesia e al mercato asiatico portatore di business, soldi, brand e chissà che altro.
Il tifoso assimila, pensa, rielabora, guarda i risultati sul campo e sul mercato e si fa la sua idea. Idea che dopo due campionati negativi non può certo essere positiva ma, con quello che gli è stato detto, continua ad avere fiducia. Speranza che si alimenta con l’arrivo di un big come Mancini e con alcuni giocatori da top club. Ecco, dopo tante batoste e molti dubbi finalmente la svolta. Mancini, Shaqiri, Podolski (lasciamo perdere il senno di poi…) Brozovic e l’ipotesi Tourè, Pedro etc etc… Forse l’anno prossimo non sarà più nono posto, forse si lotterà per la Champions, bene dai, spengo la luce, buonanotte a domani.
Poi la mattina il tifoso si sveglia convinto che il bello sta per arrivare e aprendo il giornale (la Gazzetta dello Sport, ndr) scopre che tutto sta per cambiare, che le rivoluzioni non sono finite. E no, scusate, non siamo mica fatti di gomma. Noi parliamo, speriamo e sogniamo ma se ci “tirate scemi” alla fine ci raccogliete con il cucchiaino e allo stadio altro che 30 mila persone, forse nessuno!
[Filippo Tramontana – Fonte: www.fcinternews.it]
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