Piaccia o no, è lui il quarto offensivo di questa Inter targata Walter Mazzarri versione 2.0. Domenica sera nel post partita di Torino coach WM ha fatto intendere abbastanza chiaramente che un nuovo attaccante sarebbe stato ‘oro colato’, considerando che non è detto che i soli Pablo Daniel Osvaldo, Mauro Icardi e Rodrigo Palacio possano bastare. Ma le ultime ore di mercato da ‘sos-quarta punta’ hanno detto che il ri-acquisto del direttore tecnico Piero Ausilio è lui: Fredy Alejandro Guarín. E allora, per il bene di tutti, stop alle polemiche e che abbia inizio la fase del rilancio. Ma questa volta definitivo.
A luglio scrissi su queste colonne un editoriale in cui sottolineai l’importanza e la delicatezza di un’ipotetica cessione del centrocampista di Puerto Boyacá, per ragioni sia tecniche che economiche. Parto dal secondo aspetto, legandolo anche al mercato. La Juventus, probabilmente, è stata una delle società maggiormente accostate al giocatore, reputato l’ideale sostituto del – almeno inizialmente – partente Arturo Vidal. Troppo rischioso cedere un elemento, potenzialmente, dalle grandissime qualità a una delle rivali più forti e importanti per un’entrata che sarebbe stata esigua dopo le ultime stagione non particolarmente felici. La pista estera appariva come quella più logica, ribadendo l’assoluta importanza di un’offerta interessante. Scenario poi non verificatosi e, a questo punto, ribadisco la mia idea: la permanenza del Guaro non è assolutamente aspetto da criticare.
Per questa Inter Ezequiel Lavezzi sarebbe stato il colpo da top player, la ‘ciliegina su una torta’ ben preparata dalla società in questo mercato, Alessio Cerci un grande giocatore che con gli offensivi in rosa avrebbe composto un reparto avanzato assolutamente completo, ma le altre candidature – sinceramente e senza andare troppo a ritroso nel tempo – non mi avevano convinto. Fabio Borini, Giacomo Bonaventura e Jonatahan Ludovic Biabiany sono buoni giocatori, ma non in grado di fare la differenza, e per questo privilegio la permanenza di Guarin e il mancato arrivo dei tre profili di cui sopra. Posso comprendere il malumore o – perché no – la rabbia del tifoso che per questa sessione estiva avrebbero voluto il botto di fine mercato, ma le operazioni del dt rimangono molto buone, ottime direi. Colpi, economia e oculatezza, mercato Inter complessivamente da promuovere, anche se – con soli tre veri interpreti del ruolo e un Guarin da ‘sviluppare’ – la permanenza di Ruben Botta non sarebbe stata idea da escludere, anche se ho sperato di vedere il 90′ argentino contropartita decisiva per portare ad Appiano Gentile proprio il neo jolly dell’Atletico Madrid.
Ora meglio guardare avanti. Il mercato è terminato e, oltre al colombiano, adesso toccherà al mister fare la differenza, lui che di giocatori offensivi da rilanciare se ne intende e che nel tempo è riuscito a consacrarsi come uno dei tecnici specialisti in questo senso (Rolando Bianchi, Giampaolo Pazzini, lo stesso Pocho ed Edinson Cavani sono alcuni tra gli esempi lampanti che testimoniano la bontà del lavoro del tecnico). Quindi, spazio alle novità: Guarin più vicino alla porta, potenziale da sviluppare, adattare, limare come trequartista atipico – magari partendo da lontano – sperando che questo possa essere il primo, vero anno da protagonista con la maglia dell’Inter. Non voglio illudere nessuno, raccontare ‘barzellette’ o rivalutare proprio sul gong del mercato un giocatore che in tanti, tra i tifosi nerazzurri, sportivamente parlando, mal digeriscono. Ma la chiarezza mi piace e, quindi, ecco la mia personale gerarchia per spiegare l’analisi: Lavezzi, Cerci, Bonaventura, Biabiany, Borini. E il Guaro? Lui vale il terzo posto. Tutto torna.
E allora che si rivaluti Guarin, che lui mostri personalità, attaccamento alla maglia e voglia di crescere, definitivamente. Abbandonando i vecchi propositi di addio alla maglia nerazzurra. Il tutto con l’aiuto di coach WM che, ora, sarà chiamato a compiere un nuovo… miracolo offensivo.
[Francesco Fontana – Fonte: www.fcinternews.it]