Una paura, grossa, i tifosi dell’Inter ce l’hanno. Temono che questo finale di stagione diventi una lenta agonia. Mancano 6 partite, ma una squadra falcidiata dagli infortuni, e obiettivamente a terra psicologicamente, non lascia spazio a grandi immaginari. Un’agonia che fa ancora più male della morte sicura. Un modo per cambiare la stagione però c’è. Mercoledì, in quei 90 minuti, o forse più, contro la Roma, l’Inter dovrà spazzare via tutte le paure e prendersi la finale di Tim Cup. Che permetterebbe quasi sicuramente di andare in Europa League, e in caso di vittoria finale anche di preparare meglio la prossima stagione perché si giocherebbe direttamente dalla fase a gironi. Un balzo, che forse non cancellerebbe comunque quanto successo in questa stramaledetta stagione.
Gli episodi arbitrali contro ci sono, e condizionano. Inutile dire il contrario. Ma non è soltanto questo. Se Stramaccioni ha dovuto cambiare in continuazione modulo di gioco per colpa degli infortuni qualcosa sotto ci sarà. Scoprirlo non è facile, ma di certo non è soltanto sfortuna. Può essere definito assurdo l’infortunio di Milito, ma se Cassano e Palacio beccano lo stesso stop nel giro di pochi giorni significa che ci sono errori gravi alla base. Se l’argentino rimase fermo anche ad inizio stagione, e dunque è al secondo infortunio stagionale, un motivo esiste certamente. Moratti a fine stagione analizzerà tutto, la rivoluzione è lì, dietro l’angolo. Anche per lo staff medico.
L’Inter, con la terza sconfitta consecutiva in campionato, saluta quasi definitivamente l’Europa che conta. E di conseguenza, saluta anche quei 30 milioni garantiti dalla qualificazione alla Champions League. Un colpo duro, durissimo. All’orgoglio e al portafogli. Sì, perché la squadra campione d’Europa appena 3 anni fa, per due stagioni consecutive non giocherà contro le big europee. Ed è certamente un disonore, per il tifoso vero e per la storia della società. Forse c’è troppa gente non da Inter, forse c’è troppa confusione. Di sicuro, anche per la prossima stagione il budget spese si ridimensionerà. Fortunatamente però c’è un gioiello da cui ripartire. Si chiama Mateo Kovacic, classe 1994, e anche oggi ha dimostrato di essere l’oasi nel deserto nerazzurro. Ovviamente non lo sto presentando, lo ha già da fatto da solo a gennaio, quando è arrivato. Sottolineo però come lui sia un calciatore da Inter del futuro. Stabilire qual è il progetto è difficile adesso, probabilmente il 19 maggio le idee saranno più chiare, ma Kovacic ci sarà. Insieme ad Icardi, e insieme a Laxalt. Tanti giovani, che avranno bisogno di tempo e spazio. Ma soprattutto di infortunarsi di meno. Con la speranza che non sia ancora l’agonia a farla da padrona…
[Riccardo Gatto – Fonte: www.fcinternews.it]