LA TATTICA – Mazzarri, nonostante il derby degli orrori, non cambia pelle. Ancora 3-5-2 e nerazzurri in campo con ben dieci undicesimi della squadra che non ha tirato neppure una volta verso la porta di Abbiati una settimana fa. Dunque, l’unico cambio rispetto alla sfida col Milan sarà Kuzmanovic per lo squalificato Cambiasso. Niente Milito e niente Zanetti. Ancora in panchina pure Guarin, Alvarez, Campagnaro e D’Ambrosio.
GLI AVVERSARI – Reja sa che l’Europa è perduta e in conferenza stampa si è rammaricato per gli scontri diretti non vinti in casa con Milan, Torino e Verona. Tra l’altro, il tecnico friulano dovrà far fronte a una miriade di assenze e sarà costretto a tornare alla difesa a tre. Probabile un centrocampo folto e un attacco con Keita a supporto di Klose. Candreva non sta bene e potrebbe restare in panchina, così come Mauri: sono loro i due principali dubbi dell’allenatore assieme a Klose, non al meglio dopo lo stop per i noti problemi fisici.
I PERICOLI – Proprio i tre in dubbio sono le armi migliori a disposizione della Lazio. Klose, Candreva e Mauri, per motivi diversi, rappresentano frecce importanti nell’arco di Reja. Ma attenzione a Keita, consacratosi a ottimi livelli al suo primo anno di Serie A. Peserà l’assenza di Lulic, l’uomo in più di questo finale di stagione.
DOVE COLPIRE – Statica e spesso distratta, la difesa della Lazio si è rivelata un grosso problema per l’assalto all’Europa. Tanti i gol subiti, specie centralmente. Cana, Ciani e Dias non sono fulmini di guerra e, spesso, sono stati infortunati. Biava ha beneficiato della cura Reja, ma anche lui non è più lo stesso di qualche tempo fa. Senza i due terzini titolari, poi, bisognerà capire l’adattamento al ritorno alla linea a tre. Gli attaccanti nerazzurri dovranno sfruttare la loro rapidità, specie negli scambi sul breve.
OCCHI PUNTATI SU… – Zanetti. Che giochi o meno, questa sarà ricordata come l’ultima di Javier Zanetti al Meazza con la maglia dell’Inter. 19 anni di militanza e professionalità, di scatti e dribbling, di gioie e delusioni. Al di là del risultato, difficilmente Mazzarri lo lascerà in panchina per 90 minuti: avrà la carica in corpo di spaccare il mondo, lui che del mondo è stato anche campione. Sempre con l’Inter, sempre con il nerazzurro addosso.
[Alessandro Cavasinni – Fonte: www.fcinternews.it]
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