Alle volte basta poco per cambiare l’umore. Basta poco anche se è tanto. Basta poco anche se sei vestito tutto di nero.
Basta la presenza di Massimo Moratti e il sorriso contagioso di Leonardo. Il fatto che ieri alla Pinetina ci sia stato il presidente è significativo.
Può sembrare un fattore irrilevante ma a livello mediatico non lo è proprio: mai si era esposto pubblicamente così. Neanche con Mancini e Mourinho, con cui Moratti ha sempre avuto un grande feeling. Moratti ha voluto esserci per mandare un segnale importante: questo è il mio allenatore. Ora non ci sono più alibi, per nessuno. Poi ha svelato un retroscena: lo ha chiesto Leonardo personalmente. E questo è un altro particolare molto importante che dà la dimensione della caratura del personaggio. Tanto importante quanto il suo sorriso e quella voglia di sfida che lo ha spinto ad accettare istantaneamente la proposta nerazzurra.
Leonardo arriva dopo 13 anni di Milan. E porterà sicuramente questa sua esperienza nella sua nuova avventura. Lo ha già cominciato a fare dando il giusto peso all’immagine e alla comunicazione. Dà a tutti del tu, ti saluta come se lo avessi sentito fino a un secondo prima anche se magari non lo vedi da anni. Il sorriso, la bella presenza, il pensiero positivo lo aiuta eccome, ma fa parte di lui. Leo si è calato subito nella realtà Inter senza perdere neanche un briciolo della sua personalità. Con Moratti c’è empatia, c’è sempre stata. Nel suo primo discorso ha dato subito energia a una squadra e un ambiente che sembravano quasi svuotati. Quando dici che c’è bisogno soltanto di un cambiamento d’aria Leonardo è subito sembrato una bella finestra aperta.
Lo sa anche lui che per guardare il panorama ci sarà tempo. Per sua stessa ammissione non vuole cambiare molto. Ha capito che la squadra è forte, che bisogna avere un buon rapporto con tutti (e questo per lui non sarà proprio un problema). Ha già chiamato Mourinho (“E’ un fuoriclasse, arrivare all’Inter senza parlare con José è impossibile, e su tante cose ho seguito i suoi pareri”), ha parlato di Capello (uno di quelli che l’Inter ha seguito da anni) definendolo il secondo miglior allenatore che lui abbia mai conosciuto.
Ora deve vincere le ultime diffidenze di chi non dimentica il suo lungo passato milanista, ma quelle più che con le parole (“basta essere un bravo ragazzo!”) le vincerà con i risultati. Non chiede niente al mercato (ma ha già avuto Ranocchia…), se ci dovesse essere un’opportunità la coglierà al volo.
Difficilmente sarà Sanchez (valutato 25 milioni), che all’Inter (e anche a Leo) piace molto, ma che l’Udinese a gennaio non vuole cedere. Altrettanto difficilmente però sarà Kakà: Leonardo è un suo grande amico, è stato lui uno di quelli che lo ha seguito giorno dopo giorno dal Brasile fino in Spagna (compresi naturalmente gli anni rossoneri). E l’impressione (nonostante non abbia detto no deciso) è che non arriverà, non ora. In futuro chissà.
Un futuro che per Ronaldinho sembra essere (ogni ora che passa) sempre più lontano da Milano. Tanto che lontanissimo da Milano (a Rio per la precisione) c’è stato il tanto atteso vertice fra Galliani e Roberto de Assis (il fratello manager di R10). E’ vero il Gremio (più che Flamengo o Palmeiras) sembra avvantaggiato nella corsa al brasiliano, ma de Assis al telefono non chiude le porte per una permanenza in Europa (magari in Francia o Inghilterra). Forse De Assis già sapeva quale sarebbe stata la richiesta di Galliani: 8 milioni di euro. Questo il costo del cartellino del Gaucho. Insomma Dinho se vuole andare via non può andare via gratis. Il prezzo (come detto dal ds del Gremio) complica sicuramente la trattativa, ma non la interrompe. Il suo muso lungo a Dubai dice tutto sul suo stato d’animo.
Ora si dovrà continuare a trattare per trovare un accordo. Altrimenti il brasiliano triste dovrà rassegnarsi… Intanto montano i rumors sull’arrivo di Mexes, il giocatore però prima vorrebbe capire qualcosa in più sul futuro della società, che nel frattempo lo ha dichiarato incedibile e che vuole allungargli il contratto. Al Milan si lavora comunque per il futuro, per giugno: oltre a Lamela l’obiettivo a lungo termine naturalmente è Mario Balotelli. In Inghilterra sono sicuri che tornerà in Italia, Mino Raiola, il suo procuratore smentisce seccamente questa ipotesi, Roberto Mancini pure. Di sicuro non succederà adesso a gennaio, ma per giugno preparatevi al tormentone.
Il mercato della Juve girà tutto intorno a una cessione: quella di Sissoko. Piace all’estero (soprattutto allo Shalke), dalla sua partenza arriveranno i soldi per aggiustare qualcosa. Praticamente tramontato il sogno Dzeko (il Manchester City fa sul serio soprattutto quando si tratta di attaccanti). Difficile, difficilissimo, quasi impossibile che arrivi Gilardino, soprattutto in uno scambio con Amauri. Per almeno due motivi: il primo è la voglia fortissima dell’italo-brasiliano di riscattarsi nella Juve e ritrovare il posto da titolare. Il secondo è che la Fiorentina ora non vuole privarsi del suo bomber, neanche con Amauri in cambio. A giugno poi si vedrà, altro giro altra corsa. Dovesse partire Sissoko l’obiettivo della Juve (come detto) è Poli, nonostante le dichiarazioni di Garrone.
Intanto c’è chi s’è già mosso. La Samp deve trovare il sostituto di Cassano. Piace tantissimo Biabiany (oltre Floro Flores e Maccarone), la Lazio prova a chiudere per Santa Cruz entro il 31 dicembre, Julio Baptista vicinissimo al Malaga, per Pizarro la Roma dovrà trovare una soluzione, Kucka è vicinissimo al Genoa, Paolo Cannavaro firmerà il suo rinnovi con il Napoli, Sammarco e Lanzafame Cesena sono affari fatti così come Santacroce e Tomovic al Lecce, Marchetti aspetta il 3 gennaio.
E poi occhio: in Dubai ci sono tutti i procuratori più importanti del mondo così come tutti i direttori sportivi.
Non solo il Milan. Quindi attenzione, qualsiasi tipo di accordo è dietro l’angolo. Ma cercheremo di scoprire questi affari, anche da lontano!
[Luca Marchetti – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]