Questione di motivazione, nulla più. Non nascondiamoci, contro il Cagliari è arrivata una vittoria che ci premia oltre i nostri meriti. Un golletto, non del tutto regolare, pesa tremendamente, forse più dei tre punti in classifica. Leonardo ha definito questo successo sofferto un segnale e io lo appoggio in pieno: le grandi squadre sanno portare a casa l’intera posta in palio in serate non certo di grazia come quella di San Siro.
Complimenti all’ottimo Cagliari di Donadoni, ma io preferisco i punti e continuare così a sognare. Le pacche sulle spalle servono a poco, chiedete al tecnico dei sardi cosa ne pensa. Invece io so di per certo che, al di là della prestazione tutt’altro che rimarchevole, Leo oggi siamo un uomo felice per la vittoria e la prova collettiva incolore non lo disturbi più di tanto. Tra assenze, stanchezza e testa alla Champions, l’ostacolo sardo doveva necessariamente preoccupare. Il campo ha confermato che le basi per temere i rossoblù erano fondate. Potrei stare ore a discutere di cosa non ha funzionato, ma a che pro? Capitano serate come questa e lo stesso Leo ha capito che non è il caso di soffermarvisi troppo. Dopotutto, è una prova che stona cone la sua idea di calcio offensivo, quindi va archiviata come serata ‘ni’, valorizzata dal successo.
Mi viene da pensare che una partita così, lo scorso autunno, non l’avremmo mai vinta, anzi avremmo rischiato di perderla. Ogni riferimento alla gestione Benitez è voluto. Mi fa piacere soprattutto notare come la sconfitta di Torino sia stata ormai digerita dalla squadra, che saggiamente si mette alle spalle ogni impegno concentrandosi già su quello successivo. L’importante è non commettere il grave errore di scendere in campo con la testa altrove, come accaduto contro il Cagliari. L’appropinquarsi della sfida di Champions League ha avuto di certo un peso specifico non da poco nella testa dei calciatori, che involontariamente hanno concesso all’Europa parte della loro concentrazione.
Sono cose preventivabili, in particolar modo quando si tratta di una grande squadra come l’Inter. Insomma, il discorso rimane invariato. Noi siamo lì, pronti a giocarcela fino in fondo senza fare calcoli. Finalmente la classifica, da domenica sera, sarà reale per quanto concerne il vertice, quindi non sarà più necessario trascorrere le ore a fare conti con la calcolatrice alla mano (vero Galliani?). Ripeto: sposo la teoria leopardiana, quella del passo dopo passo. Non è necessario fare balzi da gigante per raggiungere il traguardo che ci si è prefissati. Un po’ alla volta si arriva fino in fondo. L’importante e non perdere il ritmo della camminata e fare in modo che siano gli ‘altri’ a inciampare.
P.S. – Nota di merito a Kharja e Ranocchia, ancora decisivi nella serata in cui anche Nagamoto e Pazzini hanno fatto la loro parte. Che gran mercato invernale ha messo in piedi Marco Branca…
[Fabio Costantino – Fonte: www.fcinternews.it]