È arrivata una sconfitta, per certi versi immeritata, che conferma il tabù Supercoppa Italiana per l’Inter Primavera, che per la terza volta in tre finali è costretta a soccombere: dopo le due sconfitte con la Juve, è arrivata quella di Busto Arsizio contro la Roma di Alberto De Rossi. Ma nonostante ciò, alla fine, i motivi per guardare con fiducia al futuro non mancano: dopo un primo tempo molto contratto, la formazione di Daniele Bernazzani, peraltro condizionata dall’espulsione decretata troppo a cuor leggero dall’arbitro Maresca del difensore Mbaye, ha disputato una ripresa davvero leonina, reagendo con grande cuore e grinta al doppio svantaggio patito nei primi 45 minuti: il gol di Livaja purtroppo non è sufficiente, ce ne sarebbe un altro annullato a due minuti dal 90esimo per un fuorigioco millimetrico qualora fosse stato esistente, poi l’assalto finale non porta a nulla.
MARESCA IN BURRASCA – Partiamo da un punto: la gara è stata fortemente condizionata dal pessimo arbitraggio del fischietto partenopeo, che ha gestito malissimo una partita che si è mostrata sin da subito dura e spigolosa, con molti contrasti anche pesanti perpetrati da entrambe le parti. Lui cerca di gestirla senza lesinare cartellini che però sembrano distribuiti un po’ a casaccio, su tutti quello rosso rifilato a Mbaye (ancora una volta espulso in una finale, viene da chiedersi se non sia una maledizione) per una manata su Frediani che accentua oltremodo gli esiti del colpo subito, in un’azione che nemmeno risultava centrale negli sviluppi del gioco. Male anche gli assistenti, in particolar modo il parmigiano D’Apice, che non vede Bumba in chiara posizione irregolare correggere in rete il cross di Frediani, mentre non esita ad alzare la bandierina per segnalare quello microscopico di Livaja sull’azione del possibile 2-2.
LIVAJA PROMOSSO – Proprio legata all’attaccante croato Marko Livaja è la prima nota positiva della partita di ieri sera: al di là del gol, frutto di uno schema davvero portentoso su punizione dal limite dell’area, il croato ha disputato una gara di grande qualità. Concesso da Stramaccioni a Bernazzani per questa sfida, l’attaccante classe 1993 si è portato la squadra sulle spalle nella ripresa, creando una serie di pericoli al portiere romanista Svedkauskas che soprattutto in una circostanza, su conclusione diagonale velenosissima, si è superato con un colpo di reni micidiale. Su Livaja, così come su Pazzini, Stramaccioni recentemente ci ha messo la faccia, affermando di aver preferito lui a Longo per la prima squadra dell’Inter perché più in grado di incidere nell’immediato rispetto all’attaccante ora all’Espanyol. Livaja ha dimostrato di meritarsi questa fiducia, dando continuità ad un precampionato anche importante come ha dimostrato soprattutto a Glasgow, nell’amichevole col Celtic, quando il suo impatto è risultato determinante per arrivare al pareggio (con Palacio che capitalizza un suo assist). Alla lunga può risultare un’arma importante.
ALFRED IL LEONE – Ma impressionante, soprattutto nella ripresa, è stata anche la prova di Alfred Duncan. ll centrocampista ghanese ha disputato un secondo tempo davvero da manuale, dove ha fatto il diavolo a quattro lì in mezzo. Ha corso per due, ha recuperato una marea di palloni, in un caso è arrivato addirittura a proporsi in un pregevole intervento nella propria area a strappare il pallone ad un avversario lanciato a rete. Anche lui in prestito dalla prima squadra, anche lui grande elemento di prospettiva che ha già goduto di qualche minuto di Serie A a Pescara, il giorno che riuscirà a mettere a regime i suoi mezzi esplosivi frenando l’istinto e privilegiando la qualità avrà il futuro dalla sua. Bene anche Luca Garritano, mentre parlando invece degli elementi interni della Primavera, fa piacere sottolineare la prova ricca di intensità di Gennaro Acampora, sacrificato nel ruolo di terzino sinistro dopo l’espulsione di Mbaye, da dove si è anche divertito a proporsi in fase offensiva. Da osservare con attenzione anche Isaac Donkor, timido nel primo tempo ma che nella ripresa ha agito alla grande stoppando, con fisico e carattere, alcuni tentativi di affondo della Roma.
NON COSÌ FORTE – Qualcosa va indubbiamente rivisto, comunque: sul piano difensivo la difesa non ha brillato per lucidità nel primo tempo, e a livello individuale alcune cose vanno registrate. Ad esempio, non ha brillato Francesco Forte: colui che nelle intenzioni dovrebbe essere il deputato a raccogliere l’eredità di Samuele Longo, forse condizionato dal fatto di essere schierato fuori ruolo si è contraddistinto più che altro per gli episodi di nervosismo di cui si è reso protagonista. Non ha convinto nemmeno Andrea Bandini, mentre Marco Benassi ha sulla coscienza due errori pesanti: la palla persa dalla quale è nata l’azione del raddoppio romanista e l’occasione per il 2-2 divorata per aver privilegiato più il tocco di fino che il tiro di potenza, esaltando i riflessi di Svedkauskas.
Comunque, il tempo sarà giudice sovrano. La stagione sarà lunga, fra un pò arriverà il debutto anche in Next Generation Series, ma i presupposti per vedere i nostri ragazzi giocare un altro ottimo campionato ci sono tutti, come hanno dimostrato anche le prime uscite in campionato. Intanto, lasciamoli crescere…
[Christian Liotta – Fonte: www.fcinternews.it]