Sembra un paradosso, ma l’unica nota lieta lasciata in eredità dalla scorsa stagione, Mateo Kovacic, oggi è colui che sta facendo più fatica a prendere il ritmo giusto. L’Inter va avanti e lo fa senza l’apporto del suo numero 10, impiegato solo per piccole porzioni di partita. Certamente su questa situazione sta pesando la lunga assenza a causa di uno stiramento durante la fase di preparazione a Pinzolo, periodo cruciale nella costruzione della squadra per Mazzarri e il suo staff. Il croato è stato a lungo ai box, non è mai sceso in campo negli States e si è rivisto nella ripresa contro il Cittadella in Tim Cup a San Siro.
Dopo, solo porzioni o scampoli di partita contro Genoa, Catania (un tempo, poi out per un problema fisico) e Juventus. Finora, Massimino a parte, Mazzarri lo ha voluto inserire a partita in corsa per sfruttarne le accelerazioni e la freschezza. Mosse intelligenti, che però da un certo punto di vista mortificano il talento di Kovacic, che da caposaldo dell’Inter di Stramaccioni è diventato una riserva di lusso in questa nuova stagione. È chiaro che Mazzarri non voglia assolutamente disperdere questo tesoro, ma preferisca inserirlo gradualmente per non esporre lui e la squadra a situazioni difficoltose. Il croato è in ritardo rispetto ai compagni, ma c’è anche un problema di natura tattica dietro la sua gestione da parte dell’allenatore.
Finora l’Inter è scesa in campo con il 3-5-1-1, con Alvarez a supporto dell’unica punta Palacio. Un modulo già di per sé compatto e abbottonato. E in questo schieramento Kovacic non ha mai trovato spazio, perché il tecnico a centrocampo ha preferito giocatori più votati alla copertura, con il solo Guarin con spiccate tendenze offensive. Questione d’equilibrio, insomma. Non è un caso che l’Inter abbia sofferto molto a Catania, quando in mediana oltre al colombiano e a Cambiasso c’era proprio Kovacic, già di per sé non in serata di grazia e poi messo k.o. da un infortunio. L’ingresso di Taider al suo posto ha migliorato il gioco dei nerazzurri, che hanno patito meno la pressione del Catania e hanno persino creato più opportunità da gol dei padroni di casa.
Se con il 3-5-1-1 Mazzarri preferisce un giocatore più eclettico come Taider, viene da chiedersi quando verrà trovato posto in pianta stabile all’ex Dinamo Zagabria, soprattutto se l’obiettivo è reggere la presenza di due punte vere. Ogni partita fa storia a sé, ci saranno avversari che consentiranno un atteggiamento più sbilanciato, altri un po’ meno. Ma al momento non sembra che Mazzarri voglia cambiare di una virgola l’assetto, preferendo intervenire in corsa come fatto finora. E in questa situazione Kovacic potrebbe trovare spazio solo al posto di Guarin, a meno che entrambi non garantiscano all’allenatore lo svolgimento di entrambe le fasi in modo ottimale, per non far pesare tutto sulla difesa.
Ricordando il Napoli ideale, infatti, dei tre mediani solo Hamsik aveva licenza di offendere, mentre Behrami e Inler/Dzemaili, pur inserendosi spesso in zona offensiva, dovevano assicurare equilibrio al centrocampo anche in virtù della spinta operata dagli esterni. Con due giocatori tendenzialmente offensivi in mediana, il solo Cambiasso rischierebbe di soffrire e gli esterni non avrebbero il via libera per salire e alimentare la fase d’attacco. Pertanto, Mazzarri dovrà trovare la quadratura del cerchio tentando di inserire nell’undici titolare un talento come Kovacic, che ha bisogno di giocare per recuperare il tempo perso e non può finire nel dimenticatoio. Compito non facile, ma con il sacrificio di tutti non è certo irrealizzabile.
[Redazione Fc Inter News – Fonte: www.fcinternews.it]