Branca e Ausilio vigilano in Sud America. L’ultimo nome è quello di Fernando del Gremio, sui cui pare esserci forte anche il pressing del Napoli.
“Fernando è un centrocampista di corsa, un nazionale brasiliano e ha buone chance di essere titolare al prossimo mondiale. Lui è un punto fermo di Scolari. Dispone di dinamismo europeo e di una visione di gioco da calcio alla brasiliana. Secondo me, è adatto al calcio italiano in particolare proprio per via del ventaglio di caratteristiche di cui può vantarsi”.
Sarebbe un acquisto migliore di quello eventuale del Fernando del Porto?
“Lui avrebbe meno difficoltà di ambientamento in quanto è in Europa da anni, però ben vengano gli investimenti e l’apertura ai giovani di prospettiva. Poi è chiaro che bisogna saperli gestire nel migliore di modi per non bruciarli”.
Un po’ quello che stava per succedere con Alvarez…
“Per me il giudizio su Ricardo Alvarez è sempre stato chiaro. Un ragazzo meritevole assolutamente della Serie A e non gestito nel migliore dei modi per tanti motivi. Nel primo anno e mezzo della sua esperienza interista, uno con le sue caratteristiche, è logico che non può rendere per come è stato impiegato. E io non capisco l’atteggiamento del pubblico dell’Inter: allo stadio ho sentito fischiare Alvarez anche durante il riscaldamento. Fa male vedere un giocatore che segna e non esulta. E’ un peccato: magari Alvarez non sarà il giocatore più adatto al calcio italiano che ci sia in giro, ma è assolutamente meritevole di rispetto”.
Intanto è fatta per Rubén Botta, peccato per il suo brutto infortunio al ginocchio.
“Chiariamo: crociato anteriore e menisco. Lo dico perhcé se ne sono dette e scritte tante. Ormai, purtroppo, questo è un infortunio abbastanza consueto. Peccato perché viene fermato nel momento dell’esplosione. Ecco: lui, a differenza di Alvarez, può essere molto adatto la calcio italiano. É un incendiario, nell’ultimo anno al Tigre ha fatto benissimo. Ha cambio di passo, dribbling, è spettacolare e anche concreto”.
Botta è paragonabile a Papu Gomez?
“Sì, ci sta il paragone. Meno purezza tecnica, ma più cattiveria agonistica rispetto al catanese. E non c’entra nulla con Alvarez. Inizialmente l’interessamento dell’Inter mi aveva un po’ sorpreso, sinceramente lo vedevo più come un prospetto di media fascia. Invece dico che ha caratteristiche molto interessanti per il calcio italiano. E con la giusta gestione e dose di pressione, può diventare un giocatore importante”.
E poi arriva a zero, a differenza di Alvarez: sono aspetti che possono pesare?
“Sicuramente. Prendere a parametro zero un giocatore come Rubén Botta è un buonissimo investimento. Poi resto perplesso dinanzi ad altri affari…”.
Ci aiuti a chiarire il ruolo di Diego Laxalt?
“L’ho visto soprattutto al Sub-20. E’ ancora da plasmare, perché è giovane e perché viene dal calcio uruguayano, una fucina miracolosa di talenti se si pensa al rapporto con la quantità di popolazione. Offre polivalenza, ha personalità, intensità. Può fare sia l’intermedio che l’esterno tattico. Cattura anche l’occhio, è energico. Si butta dentro senza paura e ha intelligenza tattica. Forse è meno pronto rispetto agli altri, credo verrò inserito molto gradualmente in prima squadra. Ma è un prospetto interessantissimo”.
Può essere assimilabile a Obi come caratteristiche?
“Sì, esattamente. Io in nazionale Under-20 l’ho visto giocare sia intermedio che ala. Ha ottimi tempi d’inserimento, ma anche buona attenzione tattica”.
Un altro nome ‘caldo’ in chiave Inter è quello di Gino Peruzzi: sarebbe un buon acquisto? Chi lo conosce bene, lo accosta a Zabaleta.
“Beh, oggi come oggi Zabaleta è uno dei terzini più forti d’Europa, quindi ben venga questo paragone. Ma fa male parlare di ‘nuovo Zanetti’: questo è un ragazzo che ha prepotenza fisica, è un esterno che fa tutta la fascia. Difende, attacca e al Vélez ha fatto anche l’interno. Conosce le dinamiche del gioco a tutte le altezze della fascia. Forse è ancora un po’ grezzo, ma il lavoro di rifinitura da fare non è poi così tanto. E arriva anche a vedere la porta. Per me è un giocatore fisicamente fatto ed è forte: visto il livello attuale del calcio italiano, in cui la tecnica viene spesso sacrificata sull’altare della forza, penso che sia un giocatore interessante da seguire. Non vedo controindicazioni”.
Forse l’unico problema sarebbe lo status da extracomunitario?
“Ho la sensazione che le regole possano anche cambiare in un futuro non molto lontano. Ma qui parliamo di una questione culturale, è assurdo. Ad esempio il Portogallo, un Paese in fortissima crisi, ha aperto le barriere e ci sta superando calcisticamente”.
Infine, dacci un nome di un talento ancora grezzo che potrebbe esplodere.
“Guardo ancora in casa Vélez: lì c’è Lucas Romero, un regista del ’94 molto bravo. E dico che può stupire Rodrigo De Paul, che il Catania ha appena preso dal Racing”.
[Alessandro Cavasinni – Fonte: www.fcinternews.it]
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