Cinquanta anni e non sentirli. La Coppa dei Campioni che faceva bella mostra al 39esimo piano del palazzo della Regione Lombardia festeggiava il suo compleanno mostrandosi comunque molto più giovane della sua età. Certo aiuta molto il fatto che l’Inter sia riuscita 4 anni fa a interrompere il tabù Champions e ora, anche i 50 anni dalla notte di Vienna, si possono guardare solo con gioia eliminando l’ansia da prestazione futura. Il passato ora pesa molto meno e, vedendo le immagini della prima Coppa nerazzurra, ci si può permettere di dare spazio solo alla gioia di poter rivivere attimi così belli, storici e importanti. Sul palco Moratti sorride a coloro che sono stati i giocatori di suo padre, eroi della prima Inter mondiale, campioni immacolati nella loro leggenda nonostante gli anni che passano. E allora eccoli: Mazzola, Corso e un irresistibile Suarez, abile sul palco quanto lo era sul campo. Non stiamo parlando di un Pallone d’Oro a caso infatti. Non solo loro, Bedin, la moglie del capitano Armando Picchi, Flora Gandolfi in Herrera, Gianfelice Facchetti, Milani, Bolchi, Malatrasi, Landini e Cappellini oltre al dottor Colombo e al massaggiatore Dalla Casa.
Tra la famiglia Inter c’era anche lui, il nuovo che avanza, Erick Thohir. Il presidente sedeva tranquillo vicino a capitan (mi sento di chiamarlo ancora così per ora…) Zanetti e osservava tranquillo i monumenti dell’Inter che fu. Chissà cosa frullava nella testa del proprietario dell’Inter in quei momenti, chissà se il suo sogno di riportare l’Inter a quei livelli assoluti potrà diventare presto realtà. Di certo c’è che a Moratti la presenza di Thohir ha fatto molto piacere soprattutto perché il tycoon indonesiano non è stato invadente e si è guardato bene dal voler essere protagonista lasciando la scena a chi, fino ad ora, l’Inter l’ha sempre vissuta costruendone la storia immortale. Chiamato sul palco a forza Thohir si è defilato imbarazzato, la scena era di Moratti e guai a pensare di “rubargliela”. Moratti ha apprezzato e la piccola polemica di settimana scorsa, se di polemica si può parlare, ha lasciato strada a sorrisi d’intesa e di complicità.
Moratti e Thohir guardano dalla stessa parte per il bene dell’Inter e per costruire un futuro quanto più simile al suo passato, un futuro quindi glorioso e vincente. Le piccole incomprensioni sono evidentemente alle spalle e sorridiamo anche noi che ci illuminiamo davanti a quei colori e ai sorrisi della notte di Vienna ’64.
[Filippo Tramontana – Fonte: www.fcinternews.it]