Quanti attaccanti ha l’Inter in rosa attualmente? Tre: Palacio, Icardi e Botta. Quante competizioni affronterà l’Inter nella stagione 2014-15? Di sicuro due (Serie A e Tim Cup), probabilmente tre (in caso di successo nel playoff di Europa League). Si sente in giro della ricerca di un attaccante, in realtà per avere una rosa completa a Mazzarri dovrebbero essere recapitati altri due elementi per la zona offensiva.
Botta è un trequartista/seconda punta, Palacio è una seconda punta e Icardi è una prima punta. Al di là del modulo che verrà adottato, per adesso questi sono: né uno in più, né uno in meno. Qualcuno potrebbe obiettare rilanciando con Alvarez, ma, con tutta la buona volontà, non si riesce a inserire Ricky nel gruppo degli attaccanti: l’ex Velez è e resta un centrocampista, sebbene con spiccate doti offensive. E non vale neppure il discorso del Palacio dal doppio ruolo. Vero, il Trenza può ricoprire ottimamente anche il ruolo di prima punta, ma non è che con lui in campo possiamo toglierne uno: sempre in 11 bisogna giocare. E se Palacio fa la prima punta, ti manca una seconda punta. Il fatto di avere “due giocatori in uno” non vuol dire poi avere due giocatori effettivi.
In fondo, la matematica non è un’opinione. Rispetto all’anno scorso non c’è più Milito, mentre Belfodil è stato rimpiazzato con Botta (almeno a livello numerico). Quindi siamo già sotto di uno. Detto che per una squadra come l’Inter avere in rosa 4 attaccanti appare già il minimo sindacale, c’è da evidenziare come, rispetto al 2013-14, presumibilmente i nerazzurri affronteranno anche il gravoso impegno europeo. Ergo, ai tre attuali ne vanno aggiunti almeno altri due. Sbilanciandosi, si potrebbe dire che occorrano una prima e una seconda punta.
Certo, non è più tempo di ‘vacche grasse’, come quando nel 2008-09 ci si presentava ai nastri di partenza con l’artiglieria ultra-pesante (Ibrahimovic, Cruz, Crespo, Adriano, Obinna e Balotelli più i nuovi arrivati Quaresma e Mancini pagati a peso d’oro). Però non ci si può neppure ridurre come l’anno 2012-13, a chiudere la stagione con Rocchi ormai ombra di sé stesso e un tentativo maldestro di prendere Carew (già in pensione) dopo il crac del Principe. Quello è stato l’ultimo anno in cui l’Inter ha partecipato a una competizione europea: che sia da esempio, perché l’EL non porta via meno energie della Champions. Magari non inciderà allo stesso modo sotto il profilo psicologico (sicuramente no), però il calendario potrebbe riservare viaggi da incubo come fu con Kazan o Baku.
E allora va bene Osvaldo, va bene Hernandez, va bene Cerci, va bene Lamela… vanno bene tutti. A patto che ne arrivino due oltre a quelli che si hanno già. Solo uno non può bastare.
[Alessandro Cavasinni – Fonte: www.fcinternews.it]