Adesso la palla passa a Walter Mazzarri, che dando credito alle dichiarazioni successive dei protagonisti della vicenda ha in mente un ruolo ben definito per il sudamericano. Non certo quello di mezzala, come lui stesso si è sempre definito ma che all’Inter ha faticato a interpretare a causa delle frequenti amnesie tattiche e di una discontinuità che purtroppo fa parte del suo bagaglio professionale. L’allenatore lo ha definito una seconda punta, proprio quella che a causa della sua permanenza non è arrivata (ma Bonaventura lo sarebbe stato?), nel corso dell’ultima intervista rilasciata due giorni fa al Corriere dello Sport: “Guarin sarà impiegato come seconda punta, come giocatore offensivo, perché in questo ruolo rende al massimo e può essere determinante per la squadra. Ci siamo confrontati sul tema ed è d’accordo con me”.
Unità di intenti, dunque, ma per quanto Mazzarri ami sottolineare la prestazione del colombiano in quel di Napoli la scorsa stagione, agendo alle spalle di Palacio, ve ne sono state altre non certo all’altezza sempre sotto la sua gestione e sempre in quella posizione. Si cercherà dunque nuovamente di riproporre il Guaro a ridosso dell’attaccante centrale, che sia uno tra Palacio, Icardi od Osvaldo, all’interno di un sistema che non debba rinunciare alla qualità di Hernanes e Kovacic. Di questi ultimi, il numero 13 avrebbe dovuto prendere il posto da titolare qualora avesse proseguito nel suo ruolo preferito, ma quest’anno non accadrà salvo impegni infrasettimanali non certo insormontabili (ricorso al turn over, in altre parole, ma in mediana c’è traffico). Per questo è intenzione di tutti impiegare il giocatore nel reparto avanzato, dove potrà cercare la porta da distanza ravvicinata e sfruttare la tecnica e il fisico per aprire varchi contro difese ben chiuse.
Nello specifico, considerando le idee tattiche che WM ha manifestato per questa stagione, Guarin avrebbe opportunità di essere schierato in tre moduli specifici: 3-5-1-1, 3-4-2-1 e 4-3-2-1. Non essendo un vero attaccante, è quasi automatico che agisca un passo indietro e non al fianco della punta centrale (grafiche sotto). Un 3-5-2 classico, infatti, vedrebbe più adatte due delle tre punte in rosa, in grado di dare profondità alla manovra e di muoversi con un senso tattico diverso. Servirà, ad ogni modo, la massima disponibilità dell’ex Porto a calarsi in una parte non propriamente sua. Se finalmente riuscisse a trovare continuità (non è mai troppo tardi), le opportunità di giocare aumenterebbero a i soli tre attaccanti in rosa non sembrerebbero più una miseria per altrettante competizioni.
[Redazione Fc Inter News – Fonte: www.fcinternews.it]
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