Un campione senza tempo, un protagonista tra i più forti del Milan di Sacchi e di Capello, Franco Baresi intervistato dalla comunicazione della Fifa ha sviscerato nell’intervista tutta la carriera. Nel 1982 Franco Baresi ha partecipato alla spedizione mondiale senza giocare neanche un minuto: racconta Baresi sull’emozione di una grande esperienza, continua il difensore “Era una squadra incredibile, sia sul campo che in termini di carattere dei giocatori”.
Baresi continua sul collettivo dell’82 e sulla sua formazione e ammette: “tutta questa esperienza è stata una delle pietre miliari della mia carriera. Ho cercato di contribuire in un modo o nell’altro, per aiutare la squadra durante l’allenamento, ma la cosa più importante era essere solo in grado di guardare e imparare”.
Dopo la vittoria dell’82 l’esperienza mondiale del 1990 è stata molto diversa per la sua carriera: “La Coppa del Mondo del 1990 è stata una storia completamente diversa: ero un giocatore esperto e sono stato capitano per diversi anni all’AC Milan, una delle più grandi squadre del calcio mondiale”.
L’avventura casalinga del mondiale conclusasi in semifinale è stata dettata dalla sfortuna e continua il capitano rossonero: “È stata una miscela intelligente di giocatori giovani e più esperti e penso che abbiamo fatto un grande torneo. È un peccato perché giocare in casa è una grande opportunità”.
Baresi continua raccontando i mondiali del ’94 dove erano convinti di poter bissare l’avventura dell’82: “Aveva tutte le carte in regola per essere un torneo molto speciale e sentivo davvero di poter offrire una grande prestazione. Ma poi il destino ha fatto la sua parte e ho dovuto partire, lasciando i miei compagni di squadra a fare un lavoro eccezionale”.
Baresi con la sua esperienza si ritiene fortunato ad aver giocato in tre mondiali diversi e da grandissimo giocatore spiega come si è modificato il calcio: “Il calcio è cambiato molto negli ultimi 15-20 anni, non solo sul campo, ma anche su come è visto, sull’accesso alle informazioni e sul ruolo dei social media e tutto il resto. Penso che anche il modo in cui si vedono i difensori sia cambiato nel corso degli anni. I veri tifosi sanno quanto siano importanti i difensori e li apprezzano. Se dovessi nominare dei nomi, quello che spicca davvero è Virgil van Dijk, che ha dimostrato la qualità, il carattere e la forza di cui un difensore ha bisogno per essere un leader di successo di una squadra come il Liverpool”.
Si conclude l’intervista con i migliori giocatori del suo calcio e dice che tra quelli che ha visto dal vivo e in televisione i migliori sono: “Pele ed Eusebio, Johan Cruyff e Franz Beckenbauer, poi Diego Maradona e Michel Platini, Ronaldo e Marco van Basten, e infine Lionel Messi e Cristiano Ronaldo”.
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