Intoppo Muslera-Galatasaray: l’uruguayano chiede un solo anno di contratto

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ROMA – Ieri in tarda serata è stata riportata la notizia della brusca frenata alla trattativa tra Lazio e Galatasaray per lo scambio Muslera-Cana. Negli ultimi giorni sembrava che le parti avessero trovato un accordo di massima e che anche i due giocatori avessero dato il loro assenso al trasferimento, ma secondo quanto riportato nell’edizione odierna del Corriere dello Sport in un articolo a firma Fabrizio Patania, pare che alla base del passo indietro, ci sia stato il rifiuto da parte del portiere della Nazionale uruguayana di firmare un contratto di tre anni, chiedendo invece l’impegno di un solo anno.

MUSLERA PREFERISCE UN CAMPIONATO DI PRIMA FASCIA – Una richiesta ovviamente irricevibile e inaccettabile da parte del Galatasaray che, stufo di questa trattativa portata avanti a oltranza, starebbe spostando le proprie mire verso un altro portiere sudamericano del campionato italiano ossia, il brasiliano della Roma Doni, messo alla porta dal nuovo direttore sportivo Walter Sabatini. È questo l’ultimo atto della guerra fredda messa in atto tra Lotito e Fonseca, con quest’ultimo che minaccia di portare il proprio assistito fino alla scadenza in modo da poter scegliersi liberamente la squadra dove andare a giocare. L’offerta dei turchi è molto allettante e remunerativa, ma l’uruguayano preferirebbe andare a giocare in un campionato di prima fascia come la Spagna, dove c’è comunque nei giorni scorsi si è registrato l’interessamento da parte di Atletico Madrid e Siviglia, o l’Inghilterra. Fonseca non ha fretta ma Lotito ha bisogno che venga fatta chiarezza nel minor tempo possibile, per evitare che venga condizionata anche la trattativa che porterebbe Cana in biancoceleste.

DALL’ALBANIA CANA CHIAMA LA LAZIODa parte sua il giocatore albanese, durante una manifestazione nel suo Paese, ha parlato della situazione ribadendo la sua disponibilità al trasferimento a Roma: «È una situazione molto difficile, al Galatasaray mi trovo molto bene, ma la Serie A è affascinante. C’è la possibilità che giochi con la Lazio in Italia e in Europa, tutto è possibile. Mi sento bene nel Galatasary, è normale ipotizzare che un giorno partirò, ma non so se capiterà così presto. Quest’anno abbiamo giocato un brutto campionato e non disputeremo le Coppe, sto pensando a cosa faranno i dirigenti». La scelta del giocatore, come è sempre accaduto nella sua carriera, dipenderà dall’istinto e dalle motivazioni come spiega ancora il centrocampista:

«Scelte di questo tipo dipendono dal progetto dall’obiettivo di carriera che uno si prefigge. Prima di andare al Galatasaray ho ricevuto altre offerte economicamente forti, ma alla fine ho deciso di giocare in Turchia. Ho seguito i passi di mio padre, ha giocato a calcio in un momento politico difficile, ma alla fine ce l’ha fatto, ha seguito le sue idee, la sua volontà». E non c’è solo la Lazio nei sogni futuri del giocatore al quale piacerebbe anche un’esperienza nella Liga: «Ci sono squadre che hanno grandi nomi nel calcio mondiale, per me il club più prestigioso è il Real Madrid, sarebbe il massimo». E chi lo sa che un giorno non riesca a raggiungere anche questo obiettivo grazie alla grinta e alla determinazione che mette in campo in ogni partita: «Ho un modo di giocare particolare e che a volte può sembrare duro nei confronti degli avversari. Ma io non voglio danneggiare nessuno, gli arbitri a volte sono troppo severi». Infine il giocatore ha chiuso il suo intervento parlando del Cana uomo, partendo dai numerosissimi tatuaggi fino ad arrivare all’importanza della sua terra di cui è ambasciatore Unicef: «Sul lato sinistro del braccio ho un’aquila a due teste, è il simbolo del nostro Paese. Sono chiamato “guerriero” e dall’altra parte ho fatto disegnare un elmo.

Di recente ho deciso di fare un altro tatuaggio, riassume i versi di una poesia, è un omaggio verso l’Albania. Ci sono anche delle cifre, rappresentano una data storica, il 2 marzo 1444, il giorno del “Patto di Lezha” (data in cui un esercito composto da 10.000 soldati albanesi si oppose alla minaccia dell’Impero Ottomano, ndr). Mi sento un privilegiato perché posso aiutare il mio Paese tramite lo sport. Molte persone non hanno un lavoro e hanno problemi nel trovare cibo ogni giorno. Ma cambiare nazionalità per motivi puramente economici non lo ritengo giusto, si perde l’onore e l’orgoglio del nostro Paese, si tradirebbero i nostri antenati».

[Marco Ercole – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]