È iniziato con una sconfitta il tour de force che dovrà dirci di che pasta è fatta questa Roma. Udinese, Fiorentina, Juventus e Napoli per saggiare la consistenza della squadra di Luis Enrique. I friulani hanno vinto 2-0 una gara che probabilmente sarebbe dovuta finire in parità, considerando le (poche) occasioni create da entrambe le squadre, nell’arco di una scialba partita. Ha dominato la noia, spazzata via a tratti solo da alcuni svarioni difensivi. Quelli di Kjaer sono stati i più evidenti, con il danese che regalato tre occasioni all’Udinese, una delle quali ha portato al vantaggio dei padroni di casa. Incolpare solamente l’ex Palermo, protagonista di un negativo inizio di stagione, sarebbe comunque riduttivo.
La Roma fatica ad avere continuità e nella gara di ieri sera ha faticato anche a costruire gioco. A fine gara, Sabatini ha parlato chiaramente di involuzione: poche, pochissime, le occasioni create da una Roma troppo rinunciataria, mai bella o spettacolare, troppo legata alle intuizioni dei singoli. Senza palla non si muoveva quasi nessuno, rendendo il possesso palla lento e prevedibile. Applausi all’Udinese che, con un centrocampo ai limiti del sovraffollamento, ha reso difficilissima la vita della Roma, in difficoltà anche sugli esterni, con Taddei e José Angel più preoccupati a difendere che ad attaccare. A Firenze servirà una Roma diversa, più affamata, più attenta, più brillante e, chissà, magari con un Francesco Totti in più. Non sarebbe poco.
[Alessandro Carducci – Fonte: www.vocegiallorossa.it]