Marco Borriello come Michael Collins, il pilota che con Neil Armstrong e Buzz Aldrin partecipò alla missione dell’Apollo 11, ma non mise piede sulla Luna. Impossibile immaginarne la frustrazione, provare lo stesso sconforto, concepire quell’immensa delusione.
Essere a un passo dall’obiettivo di una vita senza riuscire ad impadronirsene. La Luna di Borriello si chiama Coppa del Mondo, sognata tutta la stagione, avvicinata con la preconvocazione di Marcello Lippi, purtroppo, svanita sul taglio finale. Alberto Gilardino e Giampaolo Pazzini stanno a Borriello come Armstrong e Aldrin al povero Collins. Saranno loro a sbarcare in Sudafrica e, vada come vada, a entrare nella storia azzurra.
Oggettivamente, tre punte centrali sarebbero state troppe. Oltre ai due “9”, nelle preferenze del commissario tecnico, Borriello è scivolato dietro anche agli imprescindibili Antonio Di Natale e Vincenzo Iaquinta, il primo reduce da una stagione stellare, il secondo più incline – rispetto al milanista – a ricoprire ruoli diversi.
L’ultimo ballottaggio, quello con un altro napoletano come lui, Fabio Quagliarella, perso anch’esso per la minor duttilità. Non sono bastati 15 gol in 34 presenze stagionali con la maglia del Milan, non sono state sufficienti prestazioni da vero lottatore, da attaccante capace di aprire spazi e sacrificarsi per i compagni. Marco Borriello come Michael Collins, è stato in volo, ma non metterà piede sulla Luna.
[Andrea Losapio – Fonte: www.tuttomondiali.it]