Italia-Spagna 1-1: analisi tattica

Il tanto temuto debutto europeo contro i campioni uscenti della Spagna si è rivelato per la nostra nazionale con più luci del previsto: l’Italia ha messo infatti in campo una grande prestazione dal punto di vista della concentrazione e della determinazione e non ha sfigurato assolutamente contro la nazionale iberica, che si è dimostrata molto leziosa e spesso poco incisiva nel momento di concludere a rete.

Il 3 5 2 è un modulo adattissimo alle caratteristiche degli azzurri: è bravissimo Prandelli ad avere il coraggio di cambiarlo alla vigilia di questi europei, conscio del fatto che a molti giocatori non va spiegato nulla: Giaccherini e Maggio, impiegati infatti come esterni ieri conoscono perfettamente il tipo di lavoro che li attende sulle fasce e lo svolgono puntualmente, interpretando infatti il medesimo ruolo nei loro club di appartenenza. Ma il vero merito da attribuire a Cesare Prandelli sta nell’impostazione generale della partita: il CT infatti decide di non attendere sulla difensiva gli avversari, non rinunciando mai a provare a costruire gioco; in questo senso risulta molto esemplificativo il ruolo di Daniele de Rossi, il migliore in campo degli azzurri: il centrocampista romano infatti gioca sulla linea dei difensori, disputando peraltro un’ottima partita in fase difensiva, ma molto spesso in fase di possesso sale e imposta l’azione, facendosi coprire da Thiago Motta; in questo modo l’Italia ha ben tre registi [Thiago Motta, Pirlo e De Rossi] che costruiscono a turno l’azione e permettono così all’Italia di togliere qualsiasi riferimento alla Spagna e di avere sempre una fonte di gioco libera. Ne è dimostrazione il fatto che Andrea Pirlo per una volta non è stato l’accentratore del gioco azzurro: la varietà di soluzioni in fase di regia è stata la chiave tattica che ha permesso all’Italia di giocarsi il match alla pari con gli spagnoli, che non si aspettavano l’atteggiamento tattico studiato da Prandelli.

Una grande partita, a nostro avviso, è stata disputata anche dal duo offensivo scelto in partenza dal CT azzurro: Balotelli e Cassano infatti, pur non avendo caratteristiche in tal senso, si sono sacrificati molto in fase di primo pressing e hanno dato così una grande mano al centrocampo azzurro, riuscendo a recuperare una grande quantità di palloni.

Nulla da dire sul gol della Spagna: l’intuizione di Silva merita solo applausi e di fronte ad una giocata del genere non possiamo ravvisare responsabilità per la difesa azzurra; con il passare dei minuti poi l’Italia perde un po’ di efficacia e deve ritrarsi difendendo l’1 a 1 maturato: anche questo è un aspetto normale e connesso al giocare contro una squadra con le caratteristiche della Spagna. Infatti il modo di giocare delle Furie rosse costringe gli avversari a correre molto, e contemporaneamente permette ai giocatori in maglia rossa di non sprecare molte energie, riuscendo quindi a far reggere meglio all’intera squadra 90 minuti. Il finale è quindi tutto a favore della Spagna, ma gli azzurri resistono all’assedio finale degli spagnoli e riescono a portare a casa un punto molto importante per la classifica del girone. Attenzione però a pensare che il più sia fatto: il prossimo avversario dell’Italia, la Croazia [che peraltro, vincendo ieri sera contro l’Irlanda è prima in solitaria con 3 punti, un passo falso contro di loro potrebbe portare a grandi sorprese riguardo al passaggio del turno ndr] gioca in modo totalmente diverso rispetto agli spagnoli; la formazione croata infatti si avvale di un pragmatico 4 4 2 in cui la fisicità dei propri attaccanti e le corse dei propri esterni sulla fascia sono il tema dominante. Caratteristiche queste che costringeranno Prandelli a impostare una partita totalmente differente rispetto a quella vista ieri contro la Spagna.

[Alessandro Alampi – Fonte: www.ilveromilanista.it]

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