José Angel il più impiegato, Osvaldo l’unico a trovare la via del gol

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Undici volti nuovi. Scrutati, osservati, monitorati. Dopo il primo blocco di partite ufficiali è opportuno fare un bilancio e capire chi, fin qui, si è inserito meglio.

A dispetto dello scarso minutaggio, l’acquisto più convincente risulta Gabriel Heinze, solido ed esperto guardiano della difesa (settimo in graduatoria con due presenze e 191′ all’attivo). In vetta ci sono due dei tre pupilli del tecnico Luis Enrique: José Angel (leader con 401′) e Osvaldo (365′, unico a trovare la via del gol). Il terzo, Bojan Krkic, ha totalizzato solo 272′ e si sistema alle spalle di Pjanic (363′) e Stekelenburg (298′ e ben quattro reti incassate). Alle spalle di Bojan e subito davanti al più esperto collega Heinze si piazza Simon Kjaer (235′). L’ultima new entry, Fabio Borini, tocca quota 190′ staccando nettamente Fernando Gago (108′), mai in campo dall’inizio. Resta a quota zero Erik Lamela, fermato (chissà ancora per quanto…) dagli arcinoti guai alla caviglia sinistra. Nego sta facendo esperienza in Primavera.

JOSE’ ANGEL VALDES – E’ stato il primo acquisto ufficiale della nuova era ed è, al momento, il volto nuovo più utilizzato da Luis Enrique. Pupillo del mister, padrone assoluto della fascia sinistra, ha collezionato 5 presenze (una in meno di Burdisso, Perrotta e Totti) saltando il big match di San Siro per la squalifica post espulsione rimediata contro il Cagliari. E’ apprezzato dai tifosi e fin qui sta mostrando buone qualità di spinta. Spesso indeciso dietro, è chiamato a migliorare nell’ultimo passaggio, onde evitare d’esser fumoso e poco concreto. L’età (22 anni) e le doti intraviste ci fanno essere ottimisti. Crescerà.

PABLO DANIEL OSVALDO – L’uomo della discordia, l’acquisto più discusso dell’intera estate giallorossa. 15 milioni (più bonus) donati all’Espanyol, tante aspettative ed il gigantesco occhio di critica e tifoseria puntato costantemente addosso. Le prime due prestazioni con Cagliari e Inter avevano scatenato l’inferno: “Non corre, non dribbla, non segna. Vucinic era molto meglio di lui, e forse anche Baptista”. Poi, Siena e Parma. Due gol importanti (se non ci fosse stato Vitiello avrebbero fruttato 6 punti) e la statistica non mente: miglior marcatore romanista, unico attaccante della rosa ad averla buttata dentro. C’è chi, con velata ironia e inappuntabile precisione, ricorda: due reti le realizzò Vucinic nel suo primo, intero campionato in giallorosso.

MIRALEM PJANIC – Colpo di teatro dell’ultimo giorno, gioiellino bosniaco strappato al Lione a titolo definitivo per dieci milioni di euro. La nuova stella, il nuovo talento. Da molti considerato il miglior acquisto di Sabatini. Fin qui, Miralem è andato a corrente alternata. Come José Angel e Osvaldo è sempre stato schierato titolare da Luis Enrique, nel ruolo di intermedio di centrocampo. Il progetto è far di lui un piccolo Iniesta, portandolo a giostrare qualche metro dietro la trequarti. Le potenzialità ci sono: buon piede, corsa, visione di gioco. Restano da limare la precisione nel tiro (troppe conclusioni sballate) e la presenza in campo, anche sul piano caratteriale, nei momenti decisivi delle partite.

MAARTEN STEKELENBURG – E’ una delle poche certezze della nuova Roma. Quando è stato disponibile (fatta eccezione per l’amichevole di Valencia) ha sempre giocato dal 1′, fino al tremendo impatto tra il suo zigomo e il piede destro di Lucio. Brutto infortunio ed un inevitabile stop di almeno tre settimane. Difficile prevedere il suo rientro con l’Atalanta, più probabile riabbracciarlo il 16 ottobre, giorno del derby. Curiosità? Fin qui la media presenze-gol incassati è nettamente favorevole al collega Lobont (3 apparizioni e 1 solo gol subìto). Per Maarten 4 partite giocate e altrettante reti sul groppone. Tristemente decisiva quella di Dobrotka a Bratislava, ai fini dell’eliminazione della Roma dall’Europa League. L’auspicio è di ritrovare presto il fido protettore dell’Olanda vicecampione del mondo, lasciando nel cassetto la sbiadita copia dell’ultimo Doni.

BOJAN KRKIC – Se il primo acquisto effettivo è stato quello di José Angel, l’associazione tra il nome di Bojan Krkic e la Roma s’è iniziata a fare già dalla prima metà di giugno. Lui, Bojan, il baby fenomeno col volto da fanciullo, l’ex erede di Messi persosi tra l’arcigna concorrenza di casa Barça, ha lasciato il club più forte del mondo, consapevole di non aver spazio, rimettendosi in gioco nella Roma del “mentore” Luis Enrique. Discrete amichevoli, prime gare ufficiali insufficienti. Malissimo nei 180′ con lo Slovan, invisibile col Cagliari. Poi? Naftalina. Due gare osservate interamente dalla soffitta per pura scelta tecnica dell’allenatore e il rientro al 69′ di Parma-Roma, al posto di Borini. Qualche timido segnale di risveglio al “Tardini”. Che sia l’alba della rinascita?

SIMON KJAER – Sembra d’esser tornati indietro di sette anni, quando accogliemmo a braccia aperte l’erede di Samuél: quel giovanissimo difensore dalla bionda chioma rispondente al nome di Philippe Mexés. Stessi pregi e stessi difetti di Simon Kjaer, oggi sostituto del francese, approdato al Milan a parametro zero. E’ come ripartire dall’inizio, con un ragazzotto di talento e forza fisica da sgrezzare e perfezionare durante la crescita. Fin qui, 3 presenze e prestazioni altalenanti. Benissimo a San Siro, benino col Siena, male col Parma. Classe e qualità, ma anche irruenza ed eccessivo nervosismo (tipiche caratteristiche del primo Mexés). Che lo si cresca bene: diventerà un big.

GABRIEL HEINZE – Nel suo curriculum romanista compaiono solo due partite giocate. Pochine. E’ vero, Luis ha a disposizione quattro centrali importanti (tra poco rientrerà anche un certo Juan) e due, ogni volta, devono restar fuori con dolore. Ma fare a meno di un soldato di cotanto spessore è difficile, molto difficile. Gran senso della posizione, leadership innata, lucidità e sapienza anche nelle fasi di gioco più ostiche e dure. E’ stato tra i migliori della Roma in entrambe le sfide da lui disputate. Speriamo arrivi presto a 25 presenze, così il contratto gli si rinnoverà automaticamente per un’altra stagione.

FABIO BORINI – Il più misterioso tra gli acquisti “last minute”. 20 anni, un lussuoso apprendistato al Chelsea nel suo passato sino al prestito concesso dal Parma di Ghirardi alla Roma. In molti ipotizzavano un suo rapido inserimento nel dimenticatoio, oppure nel ricco serbatoio della Primavera di Alberto De Rossi. Macché. Luis Enrique lo ha sin da subito tenuto in grande considerazione e Fabio ha saputo imporsi, scendendo in campo in tutte e quattro le gare giocate dalla Roma in campionato. Due volte in corso d’opera (all’Olimpico), altrettante dal 1′ (a Milano e al “Tardini”). Da annotare la sua ottima predisposizione alla corsa e al sacrificio. Da migliorare? Gestione e distribuzione del pallone. Ok farsi il “mazzo”, ma quel che conta è esser concreti.

FERNANDO GAGO
– E’ l’unico dei “nuovi” a non esser mai sceso in campo dal primo minuto. E forse un motivo c’è. Soluzione di ripiego? Probabilmente sì. Basti vedere la formula del suo acquisto (prestito secco, senza diritto di riscatto) e le priorità di Luis Enrique e Sabatini sul mercato (le prime scelte erano altre, Montolivo in primis). Rimasto a bocca aperta dinanzi al rifiuto del viola a trasferirsi a Roma, il ds giallorosso ha sfruttato gli storici buoni canali col Real Madrid tesserando l’argentino, classica chance “in saldo” dell’ultim’ora. Fin qui, in tre presenze e 108′ giocati, non ha impressionato. Dà l’idea d’esser un po’ lento per il calcio italiano. Ovviamente contiamo di ricrederci in futuro. Oa come ora, Pizarro resta di un’altro pianeta.

ERIK LAMELA – Dov’è? Dove sarà mai? Risposta: in infermeria, alle prese con serissimi problemi alla caviglia. Spiacevole eredità dell’ultimo mondiale Under 20 che ha visto protagonista Erik nella sua Argentina (3 gol in 5 partite) sino al fatidico quarto di finale con il Portogallo, deciso ai rigori in favore dei lusitani. Il problema? Proprio l’ultima gara, disputata dall’ex River con la caviglia sinistra già infortunata. A Sabatini la cosa non è mai andata giù, fatto sta che tempi di recupero sono incerti. Si spera di vederlo all’opera a fine ottobre. Da seconda punta, da vice Totti, da intermedio di centrocampo. Non importa. Siamo talmente curiosi di ammirarlo per la prima volta in campo con la maglia della Roma che accetteremmo persino un suo impiego in difesa.

LOIC NEGO – Un intruso. O meglio, l’ideale completamento dell’undici prelevato sul mercato da Sabatini. Un’intera nuova squadra, anche se a dir la verità l’undicesimo (il caro Loic) per il momento non ha nulla a che vedere col gruppo guidato da Luis Enrique. Eppure è strano. Ha vent’anni (come Borini, uno in più di Lamela) e al mondiale Under 20 ha percorso più strada del campioncino argentino, sfiorando l’accesso in finale. Evidentemente lo staff romanista non lo ritiene ancora pronto sul piano fisico per il grande palcoscenico e lo ha spedito a farsi le ossa in Primavera. Dove, peraltro, non sta andando affatto male. Chissà se già quest’anno riuscirà a ritagliarsi uno spazio in compagnia degli altri dieci.

GRADUATORIA MINUTAGGIO:

401′ JOSE’ ANGEL (5 presenze)
365′ OSVALDO (4 presenze e 2 gol)
363‘ PJANIC (4 presenze)
298′ STEKELENBURG (4 presenze e 4 gol subiti)
272′ BOJAN (4 presenze)
235‘ KJAER (3 presenze)
191‘ HEINZE (2 presenze)
190′ BORINI (4 presenze)
108‘ GAGO (3 presenze)
0′ LAMELA (0 presenze)
0‘ NEGO (0 presenze)

[Alessio Nardo – Fonte: www.forzaroma.info]