Iniziano a sorgerci seri dubbi che stiamo parlando della Juventus. La rimonta di Cesena è l’ultimo segnale allarmante di una stagione finita, in Europa a dicembre ed in Italia a gennaio. Vorremmo sapere perché Ferrara ha pagato con l’esonero i pessimi risultati, dopo aver seguito il filone Ranieri, mentre i santi in Paradiso di Delneri sono così numerosi. Il suo futuro è segnato, almeno come quello della Juve. Cambierà poco, a Torino stanno studiando una strategia (finalmente) intelligente. Appurato che è ormai andata la partecipazione alla prossima Champions League, la Juve non vorrebbe partecipare alla prossima Europa League. Questo non vuol dire che la squadra scenda in campo per perdere, ma il doppio impegno influirebbe negativamente anche sul prossimo campionato. Cambiare allenatore oggi non avrebbe senso, si brucerebbe solo un tecnico in più con nessun risultato raggiungibile. Delneri è già stato sollevato dall’incarico, ad agosto sarà libero di trovarsi un’altra squadra e, secondo indiscrezioni, sarebbe già a buon punto per chiudere una trattativa con l’Atalanta; sarebbe un ritorno. Calmi: vi diamo le spiegazioni, altrimenti non avrebbe senso credere alle nostre parole. I bergamaschi devono prima riconquistare la serie A, ma stanno già pensando al nuovo organigramma.
Il Presidente Percassi porterà a Bergamo l’ex Direttore di Palermo e Torino Rino Foschi, con Zamagna e Spagnolo a guidare l’area tecnica. Colantuono ha un contratto in scadenza a giugno 2011, automaticamente rinnovato in caso di promozione; le due parti, però, non sono così vicine e l’Atalanta ha già contattato Delneri, offrendogli un biennale da 1 milione di euro a stagione (qualcosa in più con i bonus). Percassi non ne fa un problema economico ma a Bergamo Delneri è visto come Lippi a Torino. L’attuale allenatore della Juve guadagna 1,5 milioni di euro a stagione. Torniamo ai problemi di oggi. A cosa è dovuto tutto questo potere di Marotta che si sente intoccabile nonostante il campo gli abbia detto a chiare lettere che non merita la Juventus?
Adesso il Direttore Generale bianconero proverà a giocarsi la carta Spalletti, amico dai tempi di Venezia, per far sì che gli avallino le operazioni di mercato che provò già un’estate fa. Ci sono 60 milioni di euro sulla scrivania di Beppe Marotta che pesano come macigni: i riscatti, che sulla carta sono un diritto ma nella stretta di mano rappresentano un obbligo. Tradotto: se devi spendere 60 milioni per i calciatori che ti hanno fatto fallire in questo campionato, quanti altri te ne servirebbero per provare a ridare ossigeno al gruppo? Il Presidente Agnelli vede ma ancora non provvede. Il vero Direttore della Juve si chiama Fabio Paratici, è quel ragazzo che siede sempre al fianco di Marotta, deus ex machina della Samp dell’anno scorso e della Juve di oggi. E’ bravo, di calcio ne capisce, vede le partite e dice a Marotta chi prendere e chi no. Poi Marotta chiude le operazioni finanziarie ma il vero intenditore di calcio, nella coppia, è Paratici. Una bravura da coltivare, avrebbe fatto bene ad accettare la proposta di Garrone e restare un anno da Direttore Sportivo alla Sampdoria. Così si sta bruciando anche lui perché, oggettivamente, ancora non pronto per far risorgere la Juventus.
Il Palermo continua a colare a picco. Non vince dal 6 febbraio, 10 gol subìti nelle ultime 3 partite ed una risposta scontata che solo il Presidente Zamparini non aveva capito. Il problema di questa squadra non era Delio Rossi ma il Presidente. Onore e merito a Zamparini per aver riportato il Palermo in serie A e per confermare, ogni stagione, la categoria, ma il passo in avanti che tutti sognano non lo farà mai per colpa del suo carattere e del suo egocentrismo. Il prossimo anno ripartirà da Pasquale Sensibile, attuale Direttore del Novara, ex Juve e proprio Palermo; peccato altrimenti avremmo avuto un consiglio buono per Zamparini: tornare a lavorare con l’amico fidato Marotta, come ai bei tempi di Venezia. Insieme non avrebbero fallito!
[Michele Criscitiello – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]
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