La Juve di Delneri ricorda quella di Picchi, un magnifico personaggio e un tecnico da prima pagina se non ci avesse lasciato così presto. Fece in tempo a disegnare e rivoluzionare una squadra nuova, che avrebbe fatto epoca.
Siamo a quei giorni. La Juve è cambiata a livello dirigenziale e tecnico (per fortuna, direte), si è affidata a menti e mani e sapienti, ma non basta. Alle idee vanno aggiunti i fatti. Che, nel modo del calcio, si possono così sintetizzare: giocatori che vanno e giocatori che vengono, secondo un piano concordato tra allenatore e società. Quest’ultima, prendendo Gigi Delneri, sapeva bene che doveva anche rispettarne i desideri tattici. Non date retta, potendo, agli allenatori che si dicono in grado di presentare tre o quattro moduli diversi. Ci vuole una vita per capire e insegnare un gioco. Chi dice di capirne e di poterne insegnare più di uno, è un fenomeno o un venditore di fumo.
Delneri è allenatore vero, di campo, di sudore, di studio. E offre il meglio di sé con il più classico dei moduli all’italiana, il quattro, quattro, due. La nuova Juve gli va costruita attorno, come un abito su misura. Il sarto è Marotta e i soldi deve metterli la società.
Si deve, per capire, partire da un interrogativo: quanti giocatori di ieri andranno bene domani? Intanto, domanda delle domande: Buffon come sta? Sarà ancora in grado di giocare o di garantire un rendimento pari al suo livello? L’interrogativo vale per la Nazionale, ma soprattutto per la Juventus, che su Gigi ha costruito il suo palazzo. A Buffon, il miglior portiere che ci sia mai stato, non possiamo che fare auguri sentitissimi, ricordandogli che il calcio, senza di lui, sarebbe un’altra e ben peggiore cosa. Ma il problema, se c’è, va risolto. Se Gigi non va, bisognerà anche cercare un portiere.
Degli altri dieci, quali ruoli si possono considerare coperti? Chiellini è l’ideale per chiunque. Legrottaglie gli può stare accanto o sostituirlo. In difesa, basta qui. A centrocampo si può salvare uno dei tanti mediani bianconeri: Poulsen, Melo o Sissoko. L’incontrista ha bisogno di un calciatore pensante: solo così la coppia potrà andare in luna di miele. Un Corini, tanto per rifarsi a un delneriano del passato. Gli esterni vanno comprati. Non due, ma quattro. Pepe è il primo acquisto, altri tre ce ne dovranno essere.
In avanti va bene uno tra Amauri e Iaquinta. L’altro attaccante deve essere forte di testa e goleador puro. Trezeguet giovane, tanto per intenderci. Per quanto ci riguarda, Del Piero dovrebbe stare in campo sino a quando ne abbia voglia. Ma è una seconda punta e, come tale, prenderebbe il posto di Amauri e Iaquinta, complicando ancor più il lavoro di Marotta. Sul tavolo del quale fa la sua figura la foto di Diego, che non è punta, ma trequartista, ruolo non riconosciuto da Del Neri. In conclusione: sono coperti solo tre ruoli. Quattro, se si recupera Buffon. A questi va già aggiunto l’ufficializzato Pepe.
Va fatto un lavoraccio, ma il dispregiativo non conta. Va fatto comunque. Perché non avrebbe senso puntare ancora su giocatori sbagliati e perché l’occasione data da Delneri va colta al volo. Come al solito,non sarà difficile comprare, ma vendere. Per questo è stato chiamato Beppe Marotta, tra i più bravi.
[Roberto Renga – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]