Finalmente ci siamo. Spazio al campo e al calcio giocato. Il tempo delle parole, più o meno buttate a caso, è finito. E’ pronto il fischio d’inizio di Juventus-Inter, partita mai banale e spesso decisiva.
Inutile nascondercelo: l’alone di Calciopoli resta vivo e provare a scrollarselo di dosso non è compito facile. Eppure, quasi per inerzia, l’argomento appare sempre più in voga in casa bianconera di quanto non accada in quella nerazzurra. Ovvi i motivi di tale differenza, specie se la si vede dal punto di vista delle ‘vittime’. Una convinzione di giustizia che, negli ultimi confronti, ha garantito alla Juventus (e ai suoi tifosi) un animo molto più combattivo rispetto ai rispettivi colleghi. Una foga agonistica che, di fatto, ha quasi pareggiato il netto gap tecnico che vige tutt’ora tra le due squadre. Anche per questo, nell’era post-Calciopoli, l’Inter ha battuto la Juventus solo in due circostanze e sempre in casa: 1-0 nel primo anno di Mourinho (Muntari il marcatore) e 2-0 la scorsa stagione (di Maicon ed Eto’o i sigilli). Per il resto, solo sconfitte (2) e pareggi (3, l’ultimo nel match d’andata di quest’anno).
Insomma, in questi anni di supremazia nerazzurra, nei confronti diretti ha continuato a regnare uno strano equilibrio. Forse, la consapevolezza di essere più forti, piuttosto oggettiva, ha calmato fin troppo gli animi dei protagonisti in maglia nerazzurra, concedendo agli storici avversari troppe chance di pareggiare il confronto. E la sensazione che si percepisce nei giorni antecedenti il Derby d’Italia è sempre stata la medesima: partita della vita per gli uni, gara normale per gli altri. Uno stato d’animo che, evidentemente, ha generato più rilassatezza che consapevolezza in casa Inter.
Ma stavolta, rispetto al recente passato, c’è una grande differenza. Una novità che rischia fortemente di destabilizzare questa sorta di standard radicato nel post-Calciopoli: l’Inter non è più in vetta ed è costretta a rincorrere. Infatti, se nelle stagioni precedenti lo squadrone nerazzurro arrivava all’impegno quasi sazio e ben incanalato verso la vittoria del tricolore, stavolta la partita dell’Olimpico giunge in piena rimonta verso la testa di classifica, occupata dagli ‘amati’ cugini rossoneri (altro stimolo da non sottovalutare). E se da un lato la Juventus, grazie alla vittoria di Cagliari (molto più sofferta e discussa di quanto non dica l’1-3 finale), ha ritrovato qualche certezza smarrita in questo inizio 2011, dall’altro l’Inter è forte dell’impatto fragoroso avuto dallo SpeciaLeo. Meno infortuni e tante vittorie: un cocktail che finora ha devastato, tra le altre, Napoli e Roma. Tanta roba, per un collettivo che stentava a ritrovarsi e che, negli scontri diretti, aveva fatto registrare solo pareggi (Juventus) e sconfitte (Roma, Milan e Lazio).
Ma, si diceva, il tempo delle parole è terminato. Spazio al campo.
[Alberto Cavasinni – Fonte: www.fcinternews.it]
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