Giusto constatare, vietato lamentarsi. Antonio Conte detta la linea su come affrontare l’emergenza con cui la Juve è volata ieri a Livorno. A Vinovo sono rimasti in 7 (gli squalificati Bonucci e Ogbonna, gli indisponibili Pepe, Lichtsteiner, Isla, Giovinco e anche Barzagli), in Toscana è andato un gruppo desideroso di raggiungere il record di punti personale.
«Abbiamo un ruolino di marcia straordinario, impressionante, annebbiato soltanto dal cammino spedito della Roma: la concorrenza è sempre più agguerrita». Il tecnico salentino lo va dicendo da settimane, ma il senso è un altro adesso che la capolista è molto più vicina, complice gli ultimi due pareggi consecutivi. La Juve ha fame e le mancanze non costituiscono una museruola.
Conte è categorico: «Le assenze non devono fornirci scuse, ma motivi in più per fare bene, sfruttando la qualità e l’organizzazione. Non dobbiamo cercare alibi». A partire dal facile bersaglio delle Nazionali, di nuovo poco “gentili” con “Madama”: «Certo, non è stata una settimana semplice: calciatori sono rientrati a Vinovo in tempi diversi, Caceres soltanto ieri, arrivando nel bel mezzo dell’allenamento. Preparare la partita diventa così difficile, ma allo stesso tempo c’è l’aspetto positivo di avere tanti elementi forti su cui contare». Riferimento a Tevez, che guiderà l’attacco probabilmente con Quagliarella, anche lui rimasto sotto gli occhi dell’allenatore.
Il resto della squadra prevede la grande novità in difesa, che poi assoluta novità non è: Vidal centrale (oggi con Caceres e Chiellini) si è già visto nel marzo del 2012 (Genoa-Juve 0-0). «Stiamo provando soluzioni diverse per affrontare gli ultimi eventi», ha confermato Conte. Che schiererà Asamoah e Padoin sulle fasce, con Marchisio a completare il centrocampo di Pirlo e Pogba.
All’azzurro ed al francese, il tecnico ha dedicato nuove parole di stima. «Non scopro certo l’acqua calda dicendo che in questi anni Andrea ha fatto cose straordinarie. Mi auguro che continui così, con la stessa fame, voglia e intensità», ha detto su Pirlo. «Paul Ha le qualità e la voglia per diventare un grandissimo. Oltre al talento, ci vuole la testa: ho visto tanti giocatori più forti di me che sono finiti tra i dilettanti, mentre il sottoscritto ha giocato 13 anni nella Juventus», ha affermato su Pogba. Vecchio campione uno, giovane campione l’altro: entrambi indispensabili perché «i campioni sono importanti se si vuole vincere».
Ad Andrea Agnelli, presente a Vinovo mentre Conte parlava davanti i microfoni, saranno fischiate le orecchie…
[Giuseppe Piegari – Fonte: www.goalnews24.eu]